Ieri l’aggressione russa all’Ucraina ha provocato la giusta sospensione della Russia dal Consiglio dell’ONU per i Diritti Umani (UNHRC). A deciderlo è stata l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con 93 voti a favore, 24 contrari e 58 astenuti.

Curioso e degno di riflessione quanto affermato dal rappresentante della Cina alle Nazioni Unite che dopo due astensioni si è schierata dalla parte della Russia votando NO alla sua espulsione.

Una mossa così frettolosa all’Assemblea generale che costringe i paesi a scegliere da che parte stare, aggraverà la divisione tra gli Stati membri” ha detto il rappresentante cinese. “Questo intensificherà il confronto tra le parti interessate, è come aggiungere benzina sul fuoco” ha poi aggiunto.

Ora, ha prescindere che l’organismo dal quale è stata espulsa la Russia è solo la caricatura di quello che dovrebbe essere – le decine di risoluzioni che ha adottato contro Israele ne sono la prova – tanto che è arrivato a nominare ai propri vertici persino un saudita. Quello che a noi interessa è proprio quanto detto dall’ambasciatore cinese, quel “costringe i paesi a scegliere da che parte stare”.

Quella cinese è una presa di coscienza che l’aggressione russa all’Ucraina ha provocato nel mondo libero un vero e proprio tsunami emotivo, la consapevolezza che la libertà è un bene per il quale si deve combattere e che è meno scontato di quanto a volte si pensi.

L’aggressione russa all’Ucraina ha risvegliato paure che avevamo dimenticato e che potevamo trovare a malapena nei libri di storia. Non solo la guerra, l’attacco di un paese ad un altro, ma quella volontà di cancellare con la violenza un intero popolo che ha dissotterrato ricordi che credevamo ormai sepolti per sempre.

L’aggressione russa all’Ucraina ci ha spinto a dover scegliere da che parte stare perché non esiste la posizione “né con la Russia, né con l’Ucraina”. Quella posizione è troppo comoda. Adesso è il momento di scegliere da che parte stare.

Ben inteso. Nessuno deve imporre le proprie scelte agli altri. Siamo ancora un paese democratico. Ma il non schierarsi non è ammesso. O con l’aggressore o con l’aggredito.  

La sospensione della Russia dal Consiglio dell’Onu per i Diritti Umani, considerando il peso ridicolo dell’organismo, ha solo un valore politico. Ma ha spinto i paesi sempre più verso una scelta di campo anche se ancora quei 58 astenuti sembrerebbero dire il contrario.

Arriverà un momento in cui persino la Cina dovrà scegliere da che parte stare. E sarà quello il momento più importante, probabilmente il momento di svolta, perché questa guerra o finisce per una scelta di campo decisa e senza compromessi delle potenze nucleari, oppure veramente potrebbe andare avanti per anni.