Attentati terroristici in Israele: condividere o no i filmati?

29 Febbraio 2016

Condividere o no i filmati degli attentati terroristici in Israele? Su questo ci sono due linee di pensiero e anche una discreta discussione, specie dopo che ieri la famiglia di una vittima di un attacco ha mostrato disappunto per la diffusione del video (senza censura) del terribile attacco subito dal suo congiunto.

video-attentato-terroristicoLa discussione sui social media vede due linee di pensiero, quella che vorrebbe che i video siano diffusi senza alcuna censura per mostrare al mondo la crudeltà degli attacchi e dei palestinesi, mentre l’altra linea di pensiero vorrebbe che i video non venissero condivisi anche per rispetto delle vittime. Ieri la discussione si è ulteriormente animata quando i famigliari di Tzvika Cohen, 48 anni, brutalmente aggredito in un centro commerciale da un palestinese armato di ascia, hanno manifestato il loro disappunto per la forte condivisione del violentissimo video dell’aggressione. Secondo quanto riporta Channel 2 il video sarebbe stato inviato ai famigliari via WhatsApp e avrebbe causato un malore al figlio e al fratello della vittima.

In merito a questa discussione Rights Reporter ha scelto una linea “prudente” scegliendo di condividere solo alcuni video sul suo sito dedicato e mai sul sito principale. In realtà anche noi siamo molto combattuti. Il mondo dovrebbe vedere di cosa sono capaci i terroristi palestinesi ma per mostrarlo i video andrebbero diffusi integralmente e senza alcuna censura, cosa che però il buon senso etico e la dignità delle vittime sconsigliano. E’ difficile scegliere tra il mostrare la brutale verità o limitarsi semplicemente a raccontarla. Se andassimo in cerca di facili like dovremmo mostrare tutta la brutalità che sprigiona da questi video e se veramente servisse a convincere qualche odiatore a cambiare idea sarebbe probabilmente un prezzo accettabile da pagare, ma purtroppo spesso questi video servono solo ad eccitare la sete di sangue degli odiatori, non a fargli cambiare idea. Servono a glorificare i “martiri” e ad accentuare l’odio verso Israele. Per questo motivo non cambieremo la nostra “linea prudente” cercando di evitare la condivisione di quei video che, come nel caso di Tzvika Cohen, possono sconvolgere i famigliari e i congiunti delle vittime. Ma attendiamo comunque di conoscere il parere dei nostri lettori.

Redazione

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