Quello che emerge dalle intercettazioni pubblicate (legalmente) oggi da Repubblica dimostra senza ombra di dubbio la piena incompatibilità di Silvio Berlusconi con il sistema democratico. Il colloqui con Lavitola dove il Premier sostiene che “bisogna fare una rivoluzione vera” sono inquietanti.
Nella intercettazione, agli atti delle indagini della Procura di Pescara sui fondi all’Avanti e risalenti all’ottobre 2009, il Premier si sfoga con il faccendiere e quello che dice è davvero shoccante: «portiamo in piazza milioni di persone, facciamo fuori il palazzo di giustizia di Milano, assediamo Repubblica: cose di questo genere. Non c’è alternativa». Berlusconi medita quindi di fare una rivoluzione «di quelle vere» e non una semplice manifestazione di dissenso o di sostegno al PDL. Sono atti eversivi che rendono il Premier completamente incompatibile con il ruolo che ricopre.
A questo link trovate l’audio della telefonata che, se ascoltata per intero e attentamente, rende benissimo l’idea di come Lavitola sia un pochino più di un semplice amico ma che indirizza leggi e nomine tra le quali quella del vice-comandante della Guardia di Finanza. Ma non solo, dimostra in maniera incontestabile la piena in contabilità di Berlusconi con qualsiasi carica istituzionale.
Il fatto è gravissimo e ora il Capo dello Stato ha il dovere di chiedere spiegazioni al Premier e, se il caso, di imporre le sue dimissioni perché le affermazioni contenute in quella intercettazione sono assolutamente eversive. Francamente non so davvero cosa altro serva al Capo dello Stato per intervenire.
Brigitta Donati
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