Ginevra, Rights Reporter – La Siria resta una bomba a orologeria che rischia di deflagrare in qualsiasi momento, non tanto per la situazione sul terreno che sembra essersi almeno in parte stabilizzata quanto piuttosto per la presenza iraniana in territorio siriano che potrebbe trascinare l’intera regione in un conflitto di vaste proposrzioni.
Di questo hanno discusso il segretario del Consiglio di sicurezza russo Nikolai Patrushev e il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti John Bolton ieri a Ginevra.
«L’Iran è presente in Siria su invito delle autorità legali di quel Paese» ha detto il Ministro della difesa russo, Sergei Ryabkov, a margine dei colloqui che si sono tenuti ieri in Svizzera tra Stati Uniti e Russia sulla Siria e che hanno visto un lungo faccia a faccia tra Nikolai Patrushev e John Bolton con relative delegazioni.
Secondo il Ministro della difesa russo «Mosca tratta con grande rispetto i sacrifici iraniani volti a garantire la sicurezza della Siria» e per questo motivo «pur consci delle perplessità americane e soprattutto israeliane, la Russia non può pretendere che le forze iraniane presenti in Siria su invito delle autorità di Governo di Damasco se ne vadano».
Tuttavia i russi non hanno chiuso tutte le strade delle trattative su questo delicatissimo argomento affermando che sebbene Stati Uniti e Russia abbiano idee in decisa contrapposizione sul futuro del regime di Damasco e in particolare sulla presenza iraniana in Siria, ci sono i margini di manovra per raggiungere un compromesso soddisfacente per tutte le parti.
Non sono di questo avviso gli israeliani che avevano avuto da Putin importanti rassicurazioni in merito al fatto che gli iraniani non si sarebbero posizionati in pianta stabile in Siria come invece sembra emergere da questi colloqui.
Da Gerusalemme arrivano segnali di forte inquietudine. Gli iraniani sono a soli 80 Km dal confine con Israele e con molta probabilità vi sono militari iraniani (o miliziani di Hezbollah) con divise siriane anche entro gli 80 Km. Israele continua a chiedere che l’Iran abbandoni la Siria e si riserva di colpire gli obiettivi militari iraniani in Siria che riterrà opportuno colpire per difendere il territorio israeliano.