Completamente distrutta la nuova base iraniana al confine tra Siria e Iraq

Primo, individuare la base nemica. Fatto. Secondo, scoprirne gli scopi. Fatto. Terzo, colpire e distruggere la base nemica e tornare a casa illesi. Fatto.

Tre mosse che ormai per l’IDF sono diventate quasi una routine nella guerra non dichiarata con l’Iran.

Ieri sera sono state diffuse le immagini satellitari della base iraniana al confine tra Siria e Iraq che nelle intenzioni di Teheran doveva essere la più grande base della regione per le proprie milizie. Gli aerei che l’hanno colpita non hanno lasciato un gran che.

Secondo fonti della opposizione siriana nell’attacco attribuito a Israele, che non ha né confermato né smentito, sarebbero morti almeno 18 miliziani al soldo di Teheran, molti appartenenti ad Hezbollah.

Damasco tuttavia afferma che la base era deserta e che non ci sarebbero state vittime.

L’intelligence israeliana sostiene invece che la base, collocata a circa cinque chilometri dal confine con l’Iraq, era nella disponibilità del Popular Mobilization Force, un gruppo sciita iracheno direttamente dipendente da Teheran, e di Hezbollah.

Nelle intenzioni iraniane la base doveva essere il punto di arrivo e di smistamento verso il Libano delle armi iraniane destinate ad Hezbollah oltre che un centro di addestramento delle milizie sciite.

Poco dopo l’attacco, per rappresaglia, le milizie sciite in Siria hanno sparato una salva di missili verso il Monte Hermon sulle alture del Golan israeliane, colpi che però sono caduti tutti in territorio siriano, quindi non c’è stata da parte iraniana nessuna risposta.

Situazione sempre più tesa tra Iran e Israele

Oramai è chiaro che la situazione tra Iran e Israele è sempre più tesa. Gerusalemme sta colpendo sistematicamente tutti gli sforzi iraniani di stabilirsi in pianta stabile in Siria nonché tutte le basi delle milizie sciite legate a Teheran in suolo siriano.

Per ora il Libano è stato solo sfiorato da questa guerra non dichiarata ma è chiaro che da un momento all’altro potrebbe seriamente essere coinvolto nel conflitto innescato dai terroristi di Hezbollah e dai loro padroni iraniani, anzi, ne paga già le conseguenze, un fatto questo che dovrebbe preoccupare non poco la comunità internazionale che invece tace vergognosamente.