La nomina di John Bolton al ruolo di consigliere per la sicurezza nazionale del Presidente Trump potrebbe essere il secondo messaggio inviato a Teheran in pochi giorni, dopo quello lanciato da Israele nei giorni scorsi.
Ex ambasciatore degli Stati Uniti all’Onu, John Bolton viene considerato unanimemente un falco, ammesso che questa definizione abbia ancora un senso quando dall’altra parte ci sono regimi come quello iraniano o quello nordcoreano. Prende il posto di HR McMaster.
E’ vero che John Bolton è un forte sostenitore dell’uso della forza come mezzo di persuasione nei confronti di regimi autoritari e nemici dell’occidente, è vero anche che fu un impavido sostenitore della guerra in Iraq, forse uno degli errori più grandi mai commessi da una amministrazione americana, ma è altrettanto vero che si sta andando verso un periodo in cui la debolezza in politica estera non è ammessa, o quantomeno si sta andando verso un periodo nel quale ci sarà la necessità di mettere in campo anche la minaccia credibile dell’uso della forza in luogo della diplomazia.
Molti media americani oggi collegano la sostituzione di HR McMaster con John Bolton alla vicenda che riguarda la Corea del Nord e solo secondariamente a quella iraniana e più precisamente all’accordo sul nucleare iraniano. Personalmente non sono molto d’accordo. A parte che non è detta che le due vicende siano scollegate (ne parleremo i prossimi giorni), poi per la questione iraniana il Presidente Trump ha una scaletta temporale già definita con la data del 12 maggio fissata come termine ultimo per cambiare l’accordo sul nucleare iraniano (JCPOA) oppure gli Stati Uniti ne sarebbero usciti, una scelta che automaticamente metterebbe in un angolo qualsiasi forma di diplomazia. Con la Corea del Nord invece è ancora tutto da stabilire.
Senza passare da fan del complottismo o da guerrafondaio, quello che personalmente vedo nelle ultime mosse del Presidente Trump e nei cambi al vertice della sua Amministrazione è una virata decisa verso l’abbandono della diplomazia in luogo di un approccio più “muscoloso” alle varie questioni di politica internazionale, prima tra tutte quella riguardante l’Iran. Non è un male, tutt’altro. E’ ora che contro l’espansionismo iraniano gli USA facciano davvero qualcosa di concreto, sperando che il “falco” John Bolton affronti anche l’altro pericolo imminente in Medio Oriente, quello rappresentato dalla Turchia di Erdogan.