Cresce ulteriormente la tensione tra Corea del Nord e Stati Uniti con il Presidente Trump che invia nel Mar del Giappone anche un sottomarino nucleare d’attacco di classe Los Angeles dotato dei più moderni sistemi di attacco e di spionaggio.
Cresce la paura anche in Giappone più volte obiettivo delle minacce della Corea del Nord e certamente tra i primi target di un eventuale attacco nordcoreano. Ieri si è saputo che in Giappone sono andate a ruba le vendite di filtri e depuratori per l’aria mentre chi se lo può permettere si fa costruire un rifugio antiatomico sotto casa per la “modica” cifra di 25 milioni di Yen (poco più di 225.000 dollari). Le minacce di Kim Jong-un non vengono sottovalutate dai giapponesi.
Tra i primi obiettivi di un eventuale attacco della Corea del Nord ci sono senza dubbio le basi navali americane in Giappone. Il timore non è solo per un eventuale attacco nucleare, sul quale rimangono forti dubbi sulla effettiva capacità della Corea del Nord di lanciare testate atomiche, quanto piuttosto sull’uso di armi chimiche che, secondo il Premier giapponese Shinzo Abe, sarebbero nella disponibilità di Pyongyang. Ad inizio Aprile in una audizione parlamentare sulla Corea del Nord il Premier giapponese ha detto infatti che ci sono fondati timori che i missili nordcoreani possano trasportare testate chimiche.
L’arsenale della Corea del Nord
Secondo uno studio della Johns Hopkins School of Adanced International Studies ritenuto molto verosimile, la Corea del Nord dispone di almeno 10-16 ordigni nucleari di cui almeno 6-8 testate nucleari installabili su missili Nodong 2 in grado di raggiungere obiettivi a 900 miglia di distanza, un raggio dove il Giappone rientra. Tuttavia sono molti gli esperti che ritengono che la Corea del Nord non sia ancora riuscita a miniaturizzare adeguatamente le testate nucleari per poterle installare sui vettori e che il pericolo maggiore per il Giappone siano le armi chimiche di cui Pyongyang è in possesso. Infatti la Corea del Nord sin dagli anni 70 ha sviluppato un proprio programma per le armi chimiche e batteriologiche di cui non si sa molto ma che si sospetta essere molto ben fornito. Secondo un rapporto del Ministero della Difesa della Corea del Sud, che però risale a qualche anno fa, Pyongyang avrebbe circa 250 tonnellate di armi chimiche nei suoi arsenali.
Il posizionamento americano nel Mar del Giappone
Da diversi giorni si parla di una flotta d’attacco americana che si sta posizionando nel Mar del Giappone. Della flotta fanno parte la portaerei Carl Vinson e la sua scorta. Da questa mattina si è appreso che anche un sottomarino nucleare d’attacco si sarebbe unito alla flotta. In teoria la flotta americana è posizionata tra la Corea del Nord e il Giappone per esercitazioni militari, in realtà la sua attuale posizione fa pensare sia a uno schieramento difensivo (intercettazione in volo dei missili nordcoreani diretti verso il Giappone) che a una operazione adeguata a lanciare un eventuale attacco alla Corea del Nord, magari in risposta a nuovi test balistici nordcoreani o a un test nucleare che molti esperti danno per certo e imminente.
Le provocazioni di Pyongyang
Al di la delle allucinate minacce di Kim Jong-un di «spazzare via dalla faccia della terra gli Stati Uniti», l’imminenza di un nuovo test nucleare nordcoreano registrato dai satelliti americani e cinesi rappresenta senza dubbio il rischio più tangibile per una escalation. Il dittatore nordcoreano non sembra intenzionato a recedere di un passo nonostante l’intervento di Pechino e gli inviti a far scemare la tensione. Oggi è l’anniversario della fondazione delle forze armate nordcoreane e in tanti ritengono che proprio in questa occasione Kim Jong-un potrebbe ordinare un nuovo test nucleare scatenando la reazione americana. Una provocazione che Pechino cerca in tutti i modi di evitare, vedremo con che risultati. Per il momento l’unica cosa certa è che né il Giappone né, tanto meno, la Corea del Sud prendono sottogamba le minacce di Kim Jong-un e si stanno preparando a un conflitto che appare sempre più inevitabile.