Cosa succederà in Libano e come ne sarà coinvolto Israele

23 Agosto 2020

Secondo la mia vecchia fonte in Libano, “la buriana è passata”. D’altro canto Faisal non ha mai creduto che le proteste dei giovani di Beirut potessero cambiare le cose. “Fuori da Beirut c’è tutto un altro mondo, tutto un altro Libano” sostiene Faisal.

Gli aiuti promessi dall’occidente non arriveranno mai. Sono troppo condizionati. Volenti o nolenti il paese è ancora saldamente in mano ad Hezbollah e quindi all’Iran. Le condizioni poste per l’erogazione degli aiuti non possono andare bene ai terroristi sciiti.

Rimangono due attori interessati al Paese dei Cedri: la Russia e la Cina. La prima però ha poche risorse finanziarie ed è già pesantemente impegnata in Siria, quindi dubito molto che si possa “spendere” per la rinascita del Libano.

La Cina invece potrebbe avere diversi interessi ad intervenire in Libano. Per prima cosa, visto l’imponente giro d’affari di Pechino nel Golfo Persico, potrebbe ottenere da Teheran l’impegno a non “molestare” gli arabi in cambio di un sostanziale intervento economico in Libano, fondamentale per i piani iraniani contro Israele.

Iran ed Hezbollah potrebbero avere il denaro necessario al Libano senza però le stringenti condizioni occidentali, mentre Pechino potrebbe controllare uno dei più importanti porti del Mediterraneo e ottenere allo stesso tempo due/tre risultati: fare un torto serio agli Stati Uniti (ormai in guerra, seppure fredda, con la Cina) e avere la prelazione sui giacimenti di gas al largo del Libano. Senza dimenticare poi che Pechino allontanerebbe la minaccia iraniana ai paesi del Golfo con i quali ha interessi miliardari, unica vera condizione che potrebbe porre a Teheran.

In uno scenario del genere l’unico a rimetterci sarebbe Israele. Senza l’assillo delle condizioni occidentali, Iran ed Hezbollah potrebbero intervenire strutturalmente in Libano per calmierare le parti dissidenti del paese, e allo stesso tempo potrebbero continuare a portare avanti i loro piani contro Israele.

C’è una interessante analisi di Raghida Dergham, fondatrice e presidentessa esecutiva del Beirut Institute, che più o meno disegna un quadro simile e in qualche modo ammonisce sul rischio che la Cina serva il Libano all’Iran su un piatto d’argento, anche e soprattutto per fare un torto agli Stati Uniti mettendo in serio pericolo il loro più importante alleato regionale.

Quello che sappiamo per certo è che in Libano non vedremo cambiare gli equilibri di potere, anzi, molto probabilmente vedremo un ulteriore rafforzamento dell’asse sciita, con buona pace dei volenterosi ragazzi di Beirut.

Maurizia De Groot Vos

Italo-Israeliana, Analista senior per il Medio Oriente. Detesta i social ma li ritiene un male necessario. Vive a Bruxelles

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