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Arriva da Israele la proposta di una legge globale contro il terrorismo, una legge studiata da oltre dieci anni e che verrà proposta la prossima settimana alla Knesset per l’adozione in Israele ma che molto presto potrebbe essere adottata anche da molti altri Stati visto che alla sua stesura hanno partecipato i massimi esperti di antiterrorismo di tutto il mondo attraverso un lavoro di scambio di informazioni e di opinioni mai visto prima.

A proporla e a spiegarla è il Procuratore Generale Raz Nazari che illustrerà alla Knesset il progetto di legge frutto di un lavoro lunghissimo e certosino basato non solo sulla lotta al terrorismo ma incentrato anche sulla prevenzione con una serie di misure che puntano a colpire non solo i terroristi ma anche chi fomenta, appoggia e incita a compiere atti di terrorismo anche attraverso azioni apparentemente innocue.

Il disegno di legge contro il terrorismo parte da quello emanato dagli Stati Uniti subito dopo gli attacchi dell’11 settembre ma rispetto a quello americano è molto più equilibrato ed elaborato. Uno dei punti cardini del nuovo disegno di legge contro il terrorismo proposto da Raz Nazari è quello che, contrariamente al passato, anche lanciare appelli a compiere atti di terrorismo sarà considerato un reato anche se non vi è alcuna “possibilità sostanziale” che un atto di terrorismo sia compiuto a seguito degli appelli a compierlo.

Altro punto cardine del disegno di legge contro il terrorismo è quello che prevede di punire con pene più severe i reati legati al terrorismo, come per esempio l’addestramento, la fornitura di risorse materiali e finanziarie.

Ma la vera novità è quella che prevede di punire anche chi si identifica pubblicamente con i terroristi in particolar modo sui social network attraverso dichiarazioni che esplicitamente appoggiano o semplicemente approvano atti di terrorismo (e su questo punto in Italia ci sarebbe parecchio da lavorare).

Venerdì il Procuratore Generale, Raz Nazari, ha illustrato la proposta di legge contro il terrorismo ai più alti funzionari israeliani, dal Presidente della Corte Suprema fino ad una delegazione di procuratori e giudici, dopo di che si è reso disponibile ad illustrarla ad alcune delegazioni di altissimo livello provenienti dagli Stati Uniti, dalla Francia e da altri Paesi con i quali ha collaborato durante tutti questi anni ai quali ha spiegato come questa nuova legge contro il terrorismo si basi anche sull’uso di strumenti “al passo con i tempi” quali il monitoraggio delle reti sociali per individuare non solo i terroristi ma anche chi li sostiene o semplicemente li appoggia. L’obiettivo è quello di trasformare questa proposta di legge israeliana in una legge globale che favorisca anche la collaborazione tra gli Stati e le organizzazioni internazionali quali per esempio le Nazioni Unite, specie dopo i tanti casi di dipendenti delle agenzie ONU che sui social media hanno incitato a compiere atti di terrorismo o si sono detti solidali con i terroristi.

La proposta di legge israeliana contro il terrorismo tiene quindi conto anche e in maniera importante del tipo di cambiamento subito da questa “guerra” che ormai si svolge in gran parte su internet dove anche un semplice post di poche righe può diventare fonte di incitamento a compiere atti di terrorismo e dove spesso il terrorismo trova le basi del suo sostentamento finanziario e le risorse umane che gli sono necessarie.

Piccola nota a parte: logicamente è difficile spiegare in maniera sintetica una proposta di legge così complessa da richiedere anni e anni per la sua stesura e che pur essendo particolarmente dura sia comunque in linea con il Diritto Internazionale, abbiamo cercato quindi di evidenziare quelli che per noi sono i punti fondamentali in special modo quelli che riguardano i “sostenitori” del terrorismo che non necessariamente partecipano attivamente alla preparazione e alla esecuzione degli atti di terrorismo, un fenomeno molto diffuso in Italia come si è potuto constatare subito dopo l’attentato di Tel Aviv quando abbiamo potuto vedere gente che impunemente gioiva per l’uccisione di inermi cittadini israeliani. Se questa legge dovesse diventare, almeno nei suoi punti fondamentali e come si spera, una legge “globale” o quantomeno adottata dalle maggiori democrazie mondiali, tutta questa gente non avrebbe più vita facile e potrebbe essere perseguita legalmente come è giusto che sia.

Scritto da Lila C. Ashuryan