In questi giorni in cui le speranze dei parenti degli ostaggi nelle mani di Hamas sono appese a un filo, si fanno sempre più serrati i preparativi per l’attacco a Rafah, la città meridionale della Striscia di Gaza ormai ultimo bastione di Hamas.
Rights Reporter ha sentito diversi ufficiali di prima linea delle forze di difesa Israeliane (IDF) sui preparativi di questa che sembra la resa dei conti finale tra Israele e Hamas.
«Senza l’operazione di terra a Rafah Hamas sopravvivrebbe, il che è un risultato inaccettabile» dice il Tenente Colonnello RF. «Dov’è la condanna internazionale di Hamas per non aver rilasciato gli ostaggi e non essersi arreso? Hamas non può prevalere militarmente, quindi dipende dalle pressioni internazionali su Israele; se queste cessassero, Hamas non avrebbe più dove rivolgersi, rendendo molto più probabile la resa» conclude in Tenente Colonnello.
«Forse mi è sfuggita la risoluzione approvata dall’ONU o dal Consiglio di Sicurezza che condanna l’attacco di Hamas. Il gruppo delle donne dell’ONU ha impiegato mesi per condannare l’uso dello stupro come arma nell’attacco di Hamas. Quindi siamo chiari: dal 1948 l’ONU non ha sostenuto Israele» ci dice il Maggiore HF chiaramente inferocito verso le Nazioni Unite che anche in queste ore lanciano messaggi affinché Israele non dia il via all’attacco su Rafah.
«Sì, la guerra è orribile. Ma Israele non ha altra scelta» ci dice il maggiore JF. «Sentiamo parlare di come non condurre una guerra contro Hamas, ma non di come farlo in modo efficace. Sentiamo una dura condanna da parte di Paesi che non hanno nulla a che fare con Israele, ma ancora una volta nessuna soluzione al problema esistenziale di Israele con Hamas» prosegue. «Ci chiedono di non attaccare Rafah ma non attaccare Rafah significa permettere ad Hamas di sopravvivere» continua. «Hamas ha condotto un attacco selvaggio e ha dichiarato la sua intenzione di continuare a farlo finché Israele non sarà eliminato e la sua popolazione ebraica scacciata. Perché dobbiamo permettere ad Hamas di sopravvivere?»
«Nessuno finora ha risposto a una domanda fondamentale: come può Israele accettare un cessate il fuoco permanente con un’entità che, per motivi religiosi e non politici, ha commesso un massacro come non se ne sono mai visti nei tempi moderni e ha promesso di farlo ancora e ancora» ci dice il Capitano YP. «Nessun Paese, nonostante le pontificazioni, permetterebbe a un’entità del genere di esistere lungo il proprio confine. Quindi sì, Israele ignorerà la comunità internazionale perché non accetterà di suicidarsi, attaccheremo Rafah e chiuderemo il conto con Hamas una volta per tutte».
Oggi o domani il Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, dovrebbe convocare il Governo per l’approvazione dei piani operativi riguardanti l’attacco a Rafah e la messa in sicurezza dei civili. Si parla insistentemente di un “forte coordinamento” con l’Egitto che potrebbe addirittura ricevere i pani operativi prima dell’attacco a Rafah.