Lo ha minacciato Mario Monti: se il Paese non è pronto ce ne andremo a casa. La storia è sempre la solita, quella stucchevole dell’art.18 che la CGIL vuole imporre al Paese con una ipocrisia davvero insolita visto che proprio il più grande sindacato italiano non applica l’art.18 ai suoi contratti ed è quindi libero di licenziare chi vuole (facendolo).
Non ne possiamo più di questi trogloditi post-comunisti che vorrebbero tenere il Paese nel Medio Evo impuntandosi continuamente su qualsiasi riforma che il Governo proponga per sdoganare il Paese nel terzo millennio. Per una volta (solo per una volta) sono persino d’accordo con Alfano quando dice che “la CGIL tiene in ostaggio il PD e di conseguenza il Governo e di conseguenza il Paese”.
Invece abbiamo assolutamente bisogno che Mario Monti vada avanti. Lo so, ha messo tante tasse ma ha anche promesso di fare qualcosa di concreto per lo sviluppo. Ha iniziato con la riforma sul lavoro, una riforma ottima dove l’art.18 è la parte in assoluto meno importante. Ma poi ci sono altri provvedimenti importanti senza dimenticare la legge contro la corruzione (se non la fa lui non la faranno più) e lalegge elettorale che deve essere fatta prima delle prossime elezioni.
Insomma, non ci possiamo permettere il lusso di mandare a casa il Governo Monti. Possiamo invece mandare a casa la Camusso e tutti quelli che come lei vorrebbero tenere il Paese e gli operai nel secolo scorso. O al limite, dato che la CGIL non è un partito politico, possiamo semplicemente iniziare a ignorarli dato che l’unica parola che riescono a dire è NO, altro che “trattative”.
Bianca B.