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Cosa succede se la “teoria dei trolls” viene smontata dagli stessi grillini? Cosa succede se la base del Movimento 5 Stelle inizia a parlare di “inerzia di Grillo” in attesa degli “errori degli altri”? Cosa succede se i grillini chiedo a Grillo di “passare dalle parole ai fatti”? E cosa succede se anche i grillini storici se ne vanno dal Movimento 5 Stelle perché schifati dal controllo padronale di Grillo sul partito?

Nei giorni scorsi abbiamo riferito dell’abbandono polemico di Mario Ragusa che in pratica accusava Grillo di essere “anticostituzionale”, ieri la polemica arriva addirittura da lidi ben più importanti, cioè dalla sezione veneziana del M5S. Con una lettera aperta indirizzata a Grillo pubblicata sul sito “GrilliVenezia.org” a chiedere conto del suo comportamento al padrone del Movimento 5 Stelle è un altro grillino storico e insospettabile, Gianluigi Placella, che come lui stesso racconta (a scanso di equivoci e di accuse di trollaggio), è uno che si è dato parecchio da fare per il Movimento 5 Stelle.

Nella sua lettera aperta, dopo aver fatto una lunga premessa dove ricostruisce la sua storia e i suoi atti in campagna elettorale, Gianluigi Placella chiede conto a Grillo di alcune cose. In particolare quando riferisce:

Io, come altri, ho convinto tante persone che il M5S sarebbe stato il cambiamento, quello che il paese sfinito aspettava da subito. La gente aveva voluto credere in quella prospettiva, ci ha votati perché era sfinita dal degrado morale. politico ed economico del berlusconismo. Tutta gente che non vuole essere riconsegnata a quel governo di continuità, di conservazione, di convenienze incrociate proposto da Napolitano.
Sono molti, tra quella gente che aveva finalmente cominciato a respirare la svolta, quelli che ora mi fermano per strada e mi dicono: «Sono sconcertato, preoccupato, vi ho votato per cambiare e voi state fermi ed aspettate che siano gli altri a sbagliare senza accorgervi o voler ammettere che l’inerzia è peggio dell’errore».

Già da queste parole si capisce che l’accusa mossa da Grillo ai tanti contestatori sul suo blog è semplicemente campata in aria e che sono tanti i “pentiti” per aver votato M5S. Ma non finisce qui perché Placella ci va ancora più duro quando dice che:

E non posso non riferirtele queste parole che dicono solo l’inizio, perché l’inerzia significa che lo spazio dell’iniziativa sarà preso da altri, da tutti quelli a cui avremo lasciato il tempo per risorgere.
E questo, in tanti non ce lo perdoneranno, torneranno a ritirarsi risentiti, delusi, arrabbiati, contro l’ennesima prova di fiducia senza effetto.
Chi ci ha votato ha creduto nella democrazia diretta via web di cui gli eletti sarebbero stati i portavoce. Ma il web resta muto; o meglio la sua voce, sparsa e non incanalata su una piattaforma aperta, resta sconnessa dai terminali, non arriva ai nostri dipendenti.
Quegli eletti che oggi non hanno argomenti completamente convincenti a giustificare la chiusura, la sordità verso gli appelli di un paese che implora un segnale di movimento, di ripresa del cammino, un segno per riprendere a sperare
.

Ma la parte più significativa arriva quando, con riferimento alle prossime (quasi inevitabili) elezioni, Placella dice che:

Con quale credibilità potremo impegnarci se proprio in questo momento in cui dovremmo mettere a frutto il voto di preferenza restiamo a guardare la restaurazione che si riprende gli spazi della novità che abbiamo seminato. Con la scelta dura e pura del no a tutto, superbo e implacabile li avremo delusi, respinti, riconsegnati nelle mani di chi li sfrutterà fino all’estinzione.

La lettera aperta di Gianluigi Placella si conclude con una frase che dovrebbe essere un monito e al tempo stesso un grido di aiuto:

Non è più tempo di proclami di dogmi, di certezze assolute di orgogliose crociate. E’ tempo di ascoltare con umiltà e con urgenza quello che il paese sempre più flebilmente ci chiede: di salvarlo dalla miseria che incombe. Non c’è più tempo, Beppe, per strategie. Per il no inflessibile.

Beh, che dire? Come si può vedere pure i grillini insospettabili si rendono conto che la linea di Grillo del “no a tutto e a tutti”, la sua sostanziale immobilità e il suo continuo gettare il fumo negli occhi degli stolti, non solo non incanta più (quasi) nessuno, ma è deleteria per il Paese. Onore al coraggio di Gianluigi Placella che si sarà tirato addosso l’ira funesta dei grilli DOC, ma almeno ha aperto uno squarcio di verità sulla buffonata dei trolls. Magari qualcuno ce ne sarà pure, ma la maggioranza dei contestatori sul blog di Grillo sono normalissime persone che hanno votato M5S e si rendono conto semplicemente di aver sbagliato.

Bianca B.