I Pasdaran alzano la posta e sequestrano un terza petroliera nel Golfo

5 Agosto 2019

I Guardiani della Rivoluzione Islamica (IRGC) noti anche come Pasdaran, hanno annunciato di aver sequestrato una terza petroliera in navigazione nel Golfo Persico.

Secondo gli iraniani la petroliera che navigava vicino all’isola di Farsi, dove si trova una base navale della Guardia rivoluzionaria, avrebbe trasportato petrolio di contrabbando è batterebbe bandiera irachena.

Al momento non sono disponibili altri dati anche se da Baghdad hanno fatto sapere che la nave non sarebbe irachena.

La quinta flotta americana, con sede in Bahrain, ha dichiarato di non disporre di informazioni per confermare il sequestro della nave.

Gli esperti di localizzazione marittima hanno affermato di non avere informazioni legate all’episodio.

La società di intelligence marittima Dryad Global ha affermato che, se confermato, si tratterebbe probabilmente di «un’altra intercettazione relativamente modesta progettata per segnalare all’Occidente che l’Iran mantiene la sua influenza nel Golfo Persico».

Il 18 luglio i Pasdaran avevano sequestrato una petroliera con base negli Emirati Arabi Uniti ma battente bandiera panamense, la MT Riah. Una settimana dopo è stata la volta della petroliera britannica Steno Impero sequestrata mentre attraversava lo Stretto di Ormuz.

I Guardiani della Rivoluzione Islamica sono accusati anche di aver sabotato quattro petroliere nel porto emiratino di al-Fujairah.

Un gioco pericoloso

Quello che stanno facendo i Pasdaran nel Golfo Persico è un gioco molto pericoloso. Stanno apertamente sfidando l’occidente e in particolare il Presidente Trump facendo intendere che possono chiudere una delle principali vie di transito del greggio al mondo, il Golfo Persico e in particolare lo Stretto di Ormuz.

Fino ad ora la reazione americana si è limitata a minacce verbali e a un poco più che simbolico potenziamento della loro presenza militare nel Golfo. Ma fino a quando i Pasdaran potranno tirare la corda senza spezzarla?

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