Herzliya, Israele (Rights Reporter) – Capire il ruolo della Russia in Medio Oriente. Ne hanno parlato martedì scorso importanti esperti di geopolitica e di intelligence riuniti a Herzliya, in Israele, durante una conferenza dedicata alla sicurezza.
Nell’era dei social network siamo così bombardati di informazioni che molto spesso succede che notizie importanti e di rilievo internazionale passino quasi subito in secondo piano.
È quello che è successo con la storica conferenza trilaterale di Gerusalemme sulla Siria, ben presto passata in secondo piano nonostante la sua indubbia importanza e nonostante in quella occasione la Russia, in merito alla presenza iraniana in Siria, abbia espresso concetti e posizioni molto distanti da quelle israeliane e americane. Non proprio un bel segnale per Gerusalemme.
Ne hanno però parlato importanti esperti martedì scorso a Herzliya, in Israele, durante una conferenza dedicata alla sicurezza in Medio Oriente.
Buona parte degli esperti che hanno partecipato alla conferenza di Herzliya (se non tutti) si sono detti molto preoccupati della politica russa in Medio Oriente e hanno invitato il Premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ad andarci molto cauto con Putin.
Putin, incendiario e pompiere
Ehud Evental, colonnello della riserva delle forze di difesa israeliane ed esperto di intelligence, si è detto molto colpito dalle parole dell’inviato russo alla conferenza trilaterale, il potentissimo segretario del Consiglio di sicurezza, Nikolai Patrushev.
Secondo Patrushev «gli iraniani stanno svolgendo un ruolo positivo in Siria» e per questo non è nelle intenzioni russe di chiedere a Teheran di ritirarsi dalla Siria. Patrushev ha anche condannato i raid aerei preventivi israeliani. Non era quello che israeliani e americani si aspettavano dalla Russia.
Secondo Evental «i russi giocano su tutti i lati. Danno a Israele un certo margine di manovra per colpire obiettivi iraniani in Siria, ma allo stesso tempo offrono agli iraniani piena libertà di azione per portare armi in Siria».
Dello stesso parere è il dott. Dmitry Adamsky, professore alla Scuola di governo, diplomazia e strategia di Lauder ad Herzliya, il quale ha parlato in termini simili a quelli usati da Ehud Evental descrivendo la politica russa in Medio Oriente come «tremendamente sofisticata», in particolare se paragonata alla politica di Mosca durante la Guerra Fredda.
Per riassumere il concetto e l’approccio di Mosca al Medio Oriente, il dott. Adamsky ha detto che «la Russia sta cercando intenzionalmente di posizionarsi come parte del problema e anche come parte della soluzione». Incendiario e pompiere allo stesso tempo.
Questo ambiguo atteggiamento di Mosca crea una situazione molto particolare che aumenta l’importanza della Russia nelle regione in quanto ogni parte in causa è costretta a rivolgersi direttamente a Mosca per ottenere quello che vuole.
Paul Davis, Senior Fellow presso la Soran University, ex analista dell’esercito americano per gli affari politici e militari sovietici, ha ricordato come la Russia, a differenza della vecchia Unione Sovietica, stia cercando in tutti i modi di «riacquistare un ruolo importante in medio Oriente» e che per farlo «usa la tecnica dell’incendiario del pompiere». Ma ha anche ricordato che per Israele l’unico alleato affidabile rimangono gli Stati Uniti.
«Il dominio americano in Medio Oriente è un interesse vitale per Israele» ha detto Paul Davis. «Lo Stato Ebraico non ha altri alleati, tranne gli Stati Uniti, e i russi stanno cercando di limitare il dominio americano nella regione. È bene che questo sia chiaro a Netanyahu» ha poi concluso Davis.
Tutti contro tutti e la Russia in mezzo, anche in nord Africa
«Quello della Russia è un gioco vorticoso» ammonisce un esperto di intelligence che non vuole essere nominato. «Quello che Mosca sta facendo con successo in Medio Oriente viene replicato in Nord Africa, in particolare in Libia dove Mosca alimenta e supporta una parte (quella del Generale Haftar) ma si offre come interlocutore anche per il Governo riconosciuto internazionalmente e per chi lo supporta».
Sembra una versione moderna dello storico “divide et impera” con la differenza che Mosca intende arrivare al dominio in una maniera ambigua e subdola che sta ingannando molte leadership europee e persino quella israeliana.
«Dobbiamo partire dal presupposto che la Russia è un nemico temibile dell’occidente e di Israele e che porta avanti una politica volutamente divisiva» ci dice ancora l’esperto di intelligence. «Putin ha un strategia nel medio e lungo termine ben definita che punta a spaccare l’Europa e, come in Medio Oriente, a ritagliarsi un ruolo di “potenza indispensabile” per arrivare a qualsiasi compromesso. Trattare con la Russia è come giocare con il fuoco. Si finisce sempre per bruciarsi».