Se pensate che all’interno del titolo vi sia una contraddizione vi sbagliate. Non vi è alcuna contraddizione dell’affermare che per arrivare alla tanto agognata “integrazione” dei milioni di musulmani in Europa serva prima di tutto impedire la loro islamizzazione dove con il termine “islamizzazione” si intende l’adesione all’Islam radicale.
Volenti o nolenti in Europa abbiamo diversi milioni di musulmani e francamente trovo assurdo teorizzare espulsioni di massa o gettizzazioni di hitleriana memoria per fermare la vertiginosa espansione dell’islam radicale. Occorre invece cominciare a farsi un esame di coscienza e ragionare sui motivi che portano migliaia di giovani europei a simpatizzare per lo Stato Islamico (se sunniti) o per quei criminali degli Ayatollah iraniani (se sono sciiti) ma soprattutto serve ragionare sugli errori commessi sin qui dai vari Governi europei nell’affrontare il fenomeno. Una volta fatto questo serve una strategia di contenimento seguita da una serie di misure nel lungo periodo mirate più che altro alle nuove generazioni di musulmani.
Capire e ammettere gli errori
Dicevamo di fare un esame di coscienza e questo non può prescindere dall’ammettere che con il mondo musulmano sono stati fatti degli errori madornali, a partire dal più importante di tutti che è stato quello di confondere la libertà di religione sancita dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo con la tolleranza alla palese incompatibilità dell’islam con quelle stesse regole fondamentali che ci siamo dati con quelle convenzioni. Ne abbiamo già parlato (qui per chi vuol leggere) e vogliamo tornarci sopra perché ci sembra molto importante farlo per poter capire dove si è sbagliato. Accettare in silenzio che i dettami di una religione (qualsiasi religione) soverchino il Diritto Internazionale e le leggi nazionali nel nome della “libertà di religione” è di per se un controsenso, un controsenso amplificato nel momento in cui si permette a intere generazioni di musulmani nati in Europa di crescere con la consapevolezza che l’islam e la legge islamica (Sharia) sono superiori in termini di importanza persino delle leggi nazionali. E’ chiaro che non mettere precisi paletti sulle incompatibilità tra islam e Diritti e non evidenziare queste differenze con le generazioni di musulmani nati in Europa è stato un clamoroso errore. Si è data l’impressione di accettare questa incompatibilità come se fosse una cosa del tutto naturale. Così abbiamo giovani musulmani europei che considerano la Sharia come unica fonte di Diritto invece di considerare come tale le leggi europee. Il primo risultato di questo errore è quello che sempre più musulmani europei si avvicinano a quella via che loro considerano la più giusta in base alla loro cultura, quella dello Stato Islamico e di altre strade radicali. Un musulmano che crede prima alla Sharia che alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani pensa che una donna non debba avere gli stessi Diritti di un uomo, che gli omosessuali debbano essere eliminati e che, soprattutto, l’infedele che non si converte all’Islam debba essere considerato come nemico e quindi eliminato. E se crede a questo si comporta di conseguenza. Ne abbiamo avuto una conferma con le parole dette da Maria Giulia Sergio, la 28enne italiana convertita all’Islam, che in una conversazione via Skype con il Corriere ha detto che “a chi nega la Jihad e la Sharia va tagliata la testa”. Quella mentalità è molto più diffusa di quanto si pensi tra i musulmani europei anche e soprattutto tra le nuove generazioni ed è il frutto di quell’errore, di quel “peccato originale” di cui si parlava prima. E non aiutano certo le posizioni del cosiddetto “Islam moderato” che messo di fronte alla scelta se considerare come fonte di Diritto la Sharia o le leggi europee e nazionali non risponde, non prende posizione a favore del Diritto internazionali, quasi a confermare tacitamente che la Sharia è anche per loro la fonte di Diritto più importante.
Le soluzioni
Come ho detto prima, non credo che la soluzione sia quella di hitleriana memoria che prevede ghettizzazione ed espulsioni di massa. Il problema c’è ed è molto più grosso di quello che si vuole ammettere. Perse probabilmente le generazioni di musulmani europei nate negli ultimi anni, serve lavorare sulle prossime generazioni per evitare che la situazione degeneri e sfoci in una sorta di guerra di religione. Per fare questo ci sono poche ma obbligate vie. La prima di tutte è quella di imporre nelle scuole di ogni ordine e grado l’insegnamento dei Diritti Umani così come enunciati dalla Dichiarazione universale e non dalla Sharia, che va considerata a tutti gli effetti fuorilegge. Questo probabilmente si scontrerà con quello che i bambini di fede musulmana apprendono all’interno delle loro famiglie e causerà probabilmente diversi malumori tra le comunità musulmane, ma è un male necessario, un pedaggio che anche i musulmani europei devono pagare per poter vivere nella nostra società. In secondo luogo occorre regolamentare lo Zakat (la beneficenza islamica) e parametrare le banche islamiche alle banche europee sottoponendole agli stessi controlli e alle stesse regole alle quali sono sottoposte tutte le banche (ne abbiamo parlato qui). Anche in questo caso sembra quasi che quelle leggi che valgono per tutti non valgano per i musulmani e la cosa francamente è assurda anche in un’ottica di rispetto del Diritto a professare la propria religione. Infine, ma non meno importante, serve imporre alle comunità musulmane di creare una loro struttura legale e riconosciuta che interagisca con le autorità, qualcosa di molto simile a quelle strutture che già esistono per le altre religioni (penso alla Chiesa cattolica, alla Comunità ebraica e ad altre comunità). Al momento per i musulmani non esiste una struttura simile che possa parlare per nome e per conto dei milioni di fedeli ma ci sono una infinità di sigle che finiscono per non rappresentare nessuno. Solo con un interlocutore ben definito si possono trattare cose fondamentali come quelle enunciate in precedenza e farle accettare a tutti i musulmani europei.
Ci sarebbe tantissimo di cui parlare ma onde evitare di tediare chi legge con articoli enciclopedici mi fermo al fondamentale. Poche ma semplici e logiche cose da fare subito per impedire l’islamizzazione dei musulmani europei, cose che sono in fin dei conti logiche e in linea con il rispetto dei fondamentali Diritti Umani, esattamente quello che si chiede al mondo islamico.
Scritto da Paola P.