Un paio di premesse: chi scrive non è assolutamente di sinistra quindi potrebbe essere un po’ di parte; chi scrive non ama Berlusconi e quindi anche in questo caso potrebbe essere parziale. Ciò premesso, sono rimasta letteralmente basita dalla discesa in campo politico di Antonio Ingroia, ex PM antimafia di Palermo, un altro magistrato che si va ad aggiungere ad Antonio Di Pietro e a Luigi De Magistris.
Francamente mi fa pensare che quando i pasdaran di Berlusconi affermano che “la magistratura è politicizzata” abbiano almeno in parte ragione. Mi sembra una cosa estremamente sconveniente che un magistrato, qualsiasi magistrato ma in particolare chi ha condotto inchieste delicate come Ingroia, si schieri politicamente perché solleva automaticamente dei dubbi su tutto l’operato della magistratura, specie quando si occupa di politici e di questioni politiche. Mi fa pensare a quel “conflitto di interessi” più volte imputato a Berlusconi.
Infatti, detto molto onestamente, il dubbio che questi magistrati usino le loro inchieste per fini politici viene in mente a tutti coloro che abbiano almeno un minimo di intelletto e che non si facciano accecare dall’odio ideologico o dalla particolare antipatia per un politico o per un altro. Non solo, si ha la netta impressione che usino la ribalta mediatica derivante dalle loro inchieste per fare proseliti, anche se alla fine non hanno nemmeno un programma politico degno di questo nome.
Per di più Ingroia ha scelto di scendere in campo con una parte politica fortemente ideologizzata, spesso estremista e persino (in alcuni casi) antisemita, il che lo circonda di un alone di dubbi difficilmente dipanabile. Il suo strizzare l’occhio alla sinistra estrema, al Movimento “per niente democratico” di Grillo, all’IDV di Di Pietro per niente limpido, aumenta i dubbi e le perplessità. E poi, diciamocelo francamente, quale programma politico ha questa gente? A parte la richiesta, più che legittima, di una maggiore onestà in politica (cosa di cui questo Paese ha assoluto bisogno) quale altra freccia hanno al loro arco? Quel’è il loro programma economico? In politica estera cosa intendono fare? Quali sono le riforme che propongono? Mi sembra francamente un remix del Movimento poco democratico di Grillo dove spopola il populismo e la banalità dell’ovvio, ma se si va a fondo ci si accorge che non c’è nessun vero programma politico.
La Costituzione permette a chiunque di fondare un movimento politico e di fare politica, ma essendo la magistratura un potere dello Stato che spesso si contrappone proprio alla politica, mi sembra francamente molto sconveniente che un magistrato scelga di fare politica senza nemmeno rinunciare al proprio ruolo costituzionale come ha fatto Ingroia che ha chiesto solo una “aspettativa per ragioni elettorali” dal suo ruolo. E se domani non venisse eletto cosa farà, tornerà a fare il magistrato? E con che credibilità? Insomma, secondo me queste discese in campo danneggiano fortemente la credibilità della magistratura, fatta per la maggior parte di uomini e donne oneste che giornalmente lavorano per rendere questo Paese un posto migliore e più pulito. Cosa penseremo quando un’altra inchiesta di un altro magistrato andrà a toccare un qualsiasi politico? Che lo facciano anche loro per ragioni politiche?
Bianca B.