Il Presidente russo, Vladimir Putin, ha elogiato pubblicamente Israele per la sua efficace lotta contro il terrorismo islamico e ha detto che il mondo dovrebbe prendere esempio dallo Stato Ebraico su come affrontare il problema.
Lo ha detto la settimana scorsa durante l’annuale conferenza sulla sicurezza e sulla diplomazia del Valdai International Discussion Club che si tiene a Sochi, sul Mar Nero, in Russia.
«Imparate da Israele che non lascia mai correre niente e combatte fino alla fine» ha detto Putin. «Questo è il motivo per cui il Paese esiste, non ha altra scelta, è imperativo combattere» ha poi concluso il Presidente russo. Poi con riferimento alle accuse rivolte alla Russia in merito a bombardamenti indiscriminati ad Aleppo Putin ha negato che le sue truppe bombardino i civili siriani in maniera indiscriminata pur ribadendo la necessità di mantenere Assad al potere in Siria con qualsiasi mezzo. Sulla accusa rivolta all’aviazione russa di aver bombardato una scuola nella provincia di Idlib dove hanno perso la vita 22 bambini siriani, Putin ha negato ogni addebito e ha accusato l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, che ne aveva dato notizia, di speculare sulla tragedia siriana per meri fini politici. La settimana scorsa era stato proprio l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani con base a Londra a rilanciare la notizia del bombardamento della scuola affermando che erano stati aerei russi e siriani ad effettuare la strage di bambini.
Resta il fatto che al di la delle parole e degli attestati di stima verso Israele, Putin rimane il maggior alleato e fornitore di armi di Iran ed Hezbollah, cioè dei due maggiori nemici di Israele e due tra i principali sponsor del terrorismo islamico e per questo le sue parole appaiono francamente come un esercizio di spudorata ipocrisia.
Scritto da Sarah F.