Ieri sera centinaia di giovani universitari e gente comune sono scesi in piazza per contestare la guida suprema iraniana, l’Ayatollah Ali Khamenei, e per chiederne le dimissioni dopo che l’Iran ha ammesso di aver abbattuto un aereo di linea ucraino provocando la morte di 176 persone.

Al grido di «bugiardi, bugiardi», e di «abbasso il dittatore (Khamenei n.d.r.)» centinaia di giovani iraniani hanno manifestato contro quello che ritenevano un tentativo di insabbiamento con riferimento all’iniziale negazione da parte iraniana di ogni responsabilità sull’abbattimento del volo di linea ucraino decollato dall’aeroporto di Teheran.

Il fatto è insolito. Raramente, anche nelle recenti manifestazioni in Iran, la folla ha contestato così duramente l’Ayatollah Khamenei, solitamente giudicato intoccabile.

Invece ieri sera gli studenti hanno preso sin da subito la strada della contestazione della Guida Suprema iraniana definendolo «dittatore», non un fatto unico (è già successo) ma certamente raro perché prendere di mira la Guida Suprema iraniana è considerato alla stregua di blasfemia e vuol dire durissima repressione.

E infatti così è stato anche ieri. La milizia Basij, agli ordini diretti dei Guardiani delle Rivoluzione, è entrata immediatamente in azione a bordo di motociclette mettendo in pratica una tattica già ampiamente collaudata per disperdere la folla con catene e mazze di ferro. Ma ieri sera tardi le manifestazioni erano ancora in corso.

La Gran Bretagna ha fatto sapere che per un breve periodo di tempo gli iraniani hanno fermato l’ambasciatore britannico a Teheran con l’accusa di “fomentare le manifestazioni”.

Il segretario agli Esteri britannico, Dominic Raab, ha denunciato l’azione iraniana come violazione del diritto internazionale.

Manifestazioni annunciate anche per oggi

Altre manifestazioni sono previste anche per oggi. Lo hanno annunciato gli studenti di Teheran affermando che «non si fermeranno fino a quando “il dittatore” e gli “assassini al suo comando” rimarranno al potere.

Il regime ha predisposto per oggi l’ennesima chiusura di internet in modo che il mondo esterno non venga a sapere quanto è dura la repressione. Si calcola che nelle recenti manifestazioni in Iran siano stati uccisi migliaia di ragazzi e mentre un numero indefinito di loro è stato arrestato.