Non siamo degni dei giovani iraniani e del loro sacrificio

13 Gennaio 2020

Mettiamoci il cuore in pace, il regime iraniano non può essere abbattuto dall’interno come in molti vorrebbero e sperano. Non senza un aiuto.

I giovani iraniani che anche in queste ore stanno manifestando nelle strade di Teheran e di altre città contro il regime arrivando addirittura a contestare la Guida Suprema, il grande Ayatollah Ali Khamenei, non hanno nessuna possibilità di riuscire nell’impresa, non senza un congruo aiuto dall’esterno.

Certo, rimaniamo affascinati dal coraggio di queste ragazze e di questi ragazzi che sfidano a viso aperto la durissima repressione dei Guardiani della Rivoluzione, ma se abbiamo un minimo di obiettività non possiamo davvero sperare che da soli riescano ad abbattere il regime iraniano.

Le guardie della rivoluzione sono troppo potenti, forse più potenti della stessa Guida Suprema. Sicuramente più influenti del Presidente, Hassan Rouhani.

Come possono migliaia di giovani disarmati andare contro la formidabile struttura dei Guardiani della rivoluzione che praticamente in Iran controllano tutto e tutti?

Li lodiamo, addirittura li incitiamo alla rivolta ben sapendo però che da soli non potranno mai farcela. Ci indigniamo quando vengono massacrati, ma oltre non andiamo. Anzi, non riusciamo nemmeno a impedire all’Unione Europea di aggirare le sanzioni americane per aiutare il regime iraniano.

Chiediamo loro di farsi massacrare ma non muoviamo concretamente un dito per aiutarli realmente.

Già una volta li abbiamo abbandonati al loro triste destino quando non abbiamo mosso un dito per aiutare il Movimento verde che protestava contro la farlocca rielezione di Mahmud Ahmadinejad.

Allora furono migliaia a morire e decine di migliaia vennero incarcerati. Molti di loro sono ancora in carcere (se non sono morti).

Anche in quella occasione ci eravamo lasciati andare a sperticate lodi dei ragazzi iraniani che coraggiosamente sfidavano le milizie Basij che con catene e mazze ferrate falciano i giovani per strada. Poi ce ne siamo dimenticati.

Non ci hanno fatto né caldo né freddo le loro richieste di aiuto. Eravamo troppo preoccupati di perdere gli affari miliardari con il regime iraniano, troppo preoccupati di chiudere un accordo sul nucleare iraniano poi rivelatosi disastroso.

Ma nonostante quel tradimento, ancora oggi i giovani iraniani ci provano sperando in quell’aiuto che però, come sempre, non arriverà.

La loro è una missione suicida. Lo sanno loro e lo sappiamo noi che continuiamo a lodarli senza però muovere un dito.

Se non colpiamo con estrema durezza i Guardiani della rivoluzione i giovani iraniani non hanno nessuna possibilità di abbattere il regime.

E non basta uccidere uno dei loro capi più importanti, dobbiamo colpirli finanziariamente e militarmente. Inserirli nella lista dei gruppi terroristi come ha fatto Trump. Dobbiamo metterli nel mirino su tutti i fronti. Solo così aiuteremo i giovani iraniani ad abbattere il regime degli Ayatollah.

Non bastano più le lodi al coraggio di queste migliaia di giovani che vogliono un paese democratico, è arrivato il momento di essere degni del loro sacrificio. È arrivato il momento di aiutarli concretamente con i fatti.

Franco Londei

Esperto di Diritti Umani, Diritto internazionale e cooperazione allo sviluppo. Per molti anni ha seguito gli italiani incarcerati o sequestrati all’estero. Fondatore di Rights Reporter

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