Gli ayatollah in Iran hanno paura della TV, specialmente di quelle che trasmettono dall’estero che potrebbero rivelare al popolo iraniano una realtà diversa da quella preconfezionata dal regime, così decidono di distruggere oltre 100.000 parabole.
Quella che appare come una ulteriore stretta democratica in Iran è avvenuta domenica scorsa con tanto di cerimonia pubblica presieduta dal Generale Mohammad Reza Naghdi, capo della terribile Milizia Basij, una sorta di SS iraniana. Secondo la logica iraniana ben espressa proprio dal Gen. Mohammad Reza Naghdi «la maggior parte dei canali satellitari deviano la morale e la cultura della società iraniana». Parlando alla cerimonia di distruzione delle 100.000 parabole avvenuta domenica scorsa a Teheran, il Gen. Mohammad Reza Naghdi ha detto anche che «queste televisioni hanno portato a un forte aumento dei divorzi e della perdizione morale, hanno allontanato la gente dai valori della rivoluzione islamica e generato confusione». In sostanza con la scusa della morale viene impedito agli iraniani di accedere a informazioni che siano diverse da quelle distribuite dal regime.
In Iran, per volere degli ayatollah, è stata introdotta una legge contro le apparecchiature satellitari e chi le distribuisce o le compra rischia una multa pari a 2.800 dollari e, nei casi giudicati più gravi, anche l’arresto. La legge è apparentemente contrastata dal Presidente iraniano, Hassan Rouhani, e dal suo ministro della Cultura, Ali Jannati, i quali sostengono che invece di impedire l’istallazione delle parabole il regime le dovrebbe incentivare, ma da quell’orecchio gli ayatollah non ci sentono, sono così terrorizzati da qualsiasi contatto con il mondo sterno che invece di allentare la morsa l’hanno accentuata ulteriormente.
Scritto da Shihab B.