L’incidente di pochi giorni fa nel quale la contraerea siriana ha abbattuto un aereo russo ha innalzato la tensione tra Russia e Israele. Anche se sembra chiarito che nel momento in cui l’aereo è stato abbattuto i caccia israeliani reduci da un raid su Latakia fossero già rientrati in Israele e che Siria e Iran abbiano cercato di approfittare della situazione indicando il raid israeliano come causa principale dell’incidente, ieri sera il viceministro degli esteri russo, Sergey Vershinin, ha minacciosamente affermato che «da oggi la Russia prenderà le misure necessarie per eliminare qualsiasi minaccia alla vita dei militari russi in Siria» con un velato (ma non tanto) riferimento a possibili futuri raid israeliani in territorio siriano.

Ieri una delegazione israeliana guidata dal comandante delle IAF (Israeli Air Force), Amikam Norkin, si è recata a Mosca per spiegare ai russi le dinamiche che hanno portato all’incidente. Norkin ha spiegato ai russi che il raid israeliano ha colpito un deposito di armi e di sistemi d’arma avanzati iraniani destinati a Hezbollah e che gli iraniani avevano deliberatamente stoccato nei pressi di Latakia in quando, essendoci nella zona una forte presenza russa, pensavano che Israele non avrebbe attaccato per il timore di fare vittime russe. Invece il raid israeliano è stato chirurgico e ha colpito gli obiettivi senza fare vittime russe, dopo di che i caccia israeliani sono rientrati in Israele. l’abbattimento dell’aereo russo è avvenuto dopo che i caccia israeliani erano rientrati in territorio amico. Ci sono tracciati e immagini satellitari a dimostrarlo.

La Russia si assuma le proprie responsabilità sulla Siria

Dalla ricostruzione dei fatti emerge quindi che non solo Israele è totalmente estraneo all’abbattimento dell’aereo russo, ma che i russi, proprio per la loro massiccia presenza nella zona, non potevano non essere a conoscenza del deposito di armi iraniano bombardato dalle IAF.

Questo apre un altro capitolo delle vicenda. Israele sostiene che in qualità di “garante del regime siriano” la Russia ha il dovere di vigilare su quanto avviene in Siria, compreso fare in modo che gli iraniani non usino il territorio siriano per i loro torbidi scopi. In caso contrario Israele ha il Diritto di difendersi dalla minaccia iraniana. E se a Teheran pensano di nascondersi dietro alle istallazioni russe in Siria, questo non fermerà le azioni israeliane volte a impedire che l’Iran consegni armi a Hezbollah o che si posizioni stabilmente in Siria. Su questo la delegazione israeliana è stata chiarissima.

Incidente studiato a tavolino per incolpare Israele?

Mano a mano che i fatti vengono chiariti tra gli esperti si fa sempre più strada l’idea che l’abbattimento dell’aereo russo sia stato studiato a tavolino da siriani e iraniani allo scopo di incolpare Israele e spingere la Russia a rompere l’accordo di coordinamento con Gerusalemme. Sin dall’inizio sia i siriani che gli iraniani hanno sostenuto che i caccia israeliani si erano “nascosti” dietro alla traccia radar dell’aero russo provocandone così l’abbattimento. Una notizia che come dimostrano i fatti si è rivelata del tutto priva di fondamento. Possibile che i sistemi radar siriani, per quanto obsoleti, non abbiano riconosciuto il codice di tracciamento radar dell’aereo russo? In pochi ci credono. Per questo, per quanto difficile da digerire per i russi, anche a Mosca tendono a smorzare i toni. Non ci sono prove che l’incidente sia stato studiato a tavolino, ma gli indizi sono davvero tanti.