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Per Israele è arrivato il momento di mettere via le beghe politiche interne e di non perdere il treno egiziano. Il messaggio lanciato dal Presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi, è troppo importante per lasciarlo cadere nel nulla come sembra voler fare Netanyahu.

In queste ore si sta discutendo piuttosto animatamente sulla opportunità o meno per Israele di partecipare alla prossima conferenza di pace organizzata dalla Francia. Fatto salvo il concetto che le proposte francesi, identiche al piano saudita del 2002, non sono accettabili per Israele e che lo Stato Ebraico si deve opporre a questo piano, evitare di andare alla conferenza di Parigi non è a mio avviso la strada giusta da seguire.

Le aperture che arrivano da Egitto e Arabia Saudita non devono essere sottovalutate, in particolare non deve essere sottovalutato l’impegno di Al-Sisi a proporsi come negoziatore tra Israele e palestinesi con un occhio particolarmente attento alle esigenze di sicurezza israeliane. Sono molti mesi che le diplomazie israeliane ed egiziane lavorano a una soluzione negoziata del conflitto e il cambio ai vertici del Ministero della Difesa israeliano rischia di gettare tutto al vento, non per la nomina di Avidgor Lieberman, ma per il conflitto politico interno a Israele che questa nomina ha scatenato. Come dice bene Alex Fishman in un editoriale pubblicato su Yedioth Ahronoth, in Israele sembrano più concentrati a risolvere i problemi politici interni provocati dalla nomina di Lieberman che l’annosa questione palestinese e rischiano di perdere il treno egiziano, quella apertura di Al-Sisi che forse non è paragonabile a quella che fece Sadat in un leggendario discorso che portò alla pace tra Israele ed Egitto, ma ci si avvicina moltissimo.

Evitare di andare alla conferenza di Parigi significa lasciare la palla completamente nel campo palestinese, significa vanificare mesi e mesi di lavoro a stretto contatto con gli egiziani per trovare quella soluzione negoziata che costringerebbe i palestinesi a sedersi a un tavolo delle trattative e metterli di fronte al fatto che questa volta non si possono tirare indietro. A mio avviso è lo sbaglio più grosso che Israele possa fare perché vorrebbe dire rimandare al mittente le importanti aperture egiziane fatte oltre tutto per interposta persona anche dall’Arabia Saudita. Sarebbe un regalo ai palestinesi e a tutti i loro numerosi alleati, a partire proprio dai francesi, che potrebbe rivolgersi contro Israele in modo devastante.

A tutto questo va aggiunto un fattore che in tanti purtroppo sottovalutano, quello che la ANP (Autorità Nazionale Palestinese) è quasi al collasso e non so fino a che punto un collasso della ANP sarebbe un vantaggio per Israele. Hamas ne potrebbe approfittare per prendere il potere anche in Cisgiordania e questo non lo vuole né Israele né l’Egitto che proprio con Hamas ha in corso da mesi un durissimo confronto.

Israele non può permettersi il lusso di rimandare al mittente le aperture egiziane perché quel treno potrebbe non ripassare. Questo non vuol dire certo cedere su qualcosa, al contrario, vuol dire portare i palestinesi e gli arabi a un tavolo delle trattative dove le argomentazioni di Israele verranno espresse e alle quali nessuno potrà sottrarsi.

Scritto da Paola P.