Se c’è una cosa sicura come il sorgere del sole è che né Hamas né Hezbollah recederanno dalla loro volontà di distruggere Israele.
Mi chiedo quindi: che senso ha oggi accettare una tregua a Gaza senza aver estirpato la minaccia di Hamas oppure cedere alle pressioni americane per uno stop alle operazioni nel sud del Libano senza che Hezbollah si sia ritirato dietro la linea blu delimitata dal fiume Litani?
Le comunità che confinano con Gaza o con il sud del Libano, possono in tutta onestà rientrare alle loro case sapendo che la minaccia di un nuovo 7 ottobre non è stata neutralizzata?
Sento dire un po’ ovunque che il Ministro della difesa israeliano, Yoav Gallant, sarebbe a Washington per discutere con gli americani di una de-escalation sul fronte nord.
Ma per quello che ho saputo da una fonte americana più che affidabile, per gli americani non sarebbe indispensabile che Hezbollah si ritiri dal sud del Libano, come non sarebbe indispensabile distruggere Hamas. L’importante è arrivare a una tregua su entrambi i fronti prima delle elezioni presidenziali.
In sostanza, se dovesse passare la linea americana, Hamas rimarrebbe al suo posto pronto a riarmarsi per tornare all’attacco prima possibile, così come Hezbollah rimarrebbe a sud del fiume Litani pronto a minacciare lo Stato Ebraico con i suoi 150.000 missili iraniani.
Non è così che si fa politica in Medio Oriente e non è così che si mette in sicurezza Israele.
Per assurdo, se vogliamo la pace dobbiamo fare più guerra.
Che messaggio manderebbe Israele ai suoi nemici e ai regimi del Golfo se adesso cedesse su tutta la linea come vorrebbero a Washington? Che messaggio manderebbe agli Ayatollah iraniani se non quello di una potenza indebolita? La deterrenza è sempre stata l’arma migliore in mano a Israele, ma se la deterrenza si perde per strada il messaggio che arriverà sarà quello di uno Stato Ebraico indebolito e quindi attaccabile.
Al contrario, se Israele andrà fino in fondo a Gaza e ricaccerà Hezbollah oltre il fiume Litani, le comunità del sud al confine con la Striscia e quelle a nord al confine con il Libano, potranno tornare alle loro case senza il timore di un nuovo 7 ottobre e, soprattutto, Israele manderà un segnale chiaro e a tutto tondo ai suoi nemici ristabilendo quella deterrenza che per oltre 70 anni ha garantito allo Stato Ebraico di prosperare e di scoraggiare i nemici a fare qualsiasi passo falso.