Libero, il quotidiano capofila della macchina del fango di proprietà dell’editore Antonio Angelucci (deputato del PDL amico di Berlusconi) e dei due giullari di corte, Belpietro e Feltri, dovrà restituire allo Stato ben 7,7 milioni di euro di aiuti pubblici all’editoria. A stabilirlo è stata l’Autorità Garante per le Comunicazioni (AGCOM) che ha emesso una multa di 108.000 euro ai danni dell’editore di Libero, appunto Angelucci, per aver indebitamente incassato fondi statali per l’editoria.
Ora, secondo l’AGCOM e la guardia di finanza il gruppo editoriale Angelucci dovrà restituire 7,7 milioni di euro allo stato. L’inchiesta nasce da un controllo della Guardia di Finanza sui trucchi usati per poter accedere ai fondi statali per l’editoria, gli stessi che adesso lo Stato vuol tagliare condannando i piccoli giornali (per lo più di opposizione) alla chiusura. Secondo questa indagine Libero avrebbe incassato 12 milioni di euro chiedendone altri sei alla Presidenza del Consiglio senza che dette somme gli spettassero. Anzi, nella bufera ci finisce anche il quotidiano Il Riformista, facente capo allo stesso editore (Angelucci n.d.r.). Non sono bastati i trucchetti provati da ambienti vicini al Governo nel tentativo di non far emettere la delibera all’AGCOM. Il dado è tratto.
Ora, se la Presidenza del Consiglio non troverà altre strade per salvare i suoi pupilli e quindi si troverà costretta (com’è giusto) ad applicare la delibera dell’AGCOM, i due giornali (ma soprattutto Libero) si troveranno nei guai rischiando addirittura di saltare. AGCOM comunista? Difficile sostenerlo dato che il suo presidente, Corrado Calabrò, è stato nominato da Berlusconi e che in quota PDL ci sono diversi altri consiglieri. Il fatto è che era impossibile nascondere la verità.
Ora, cosa si inventeranno gli spin doctor del Premier per salvare uno dei pilastri della macchina del fango è davvero difficile saperlo, ma sicuramente qualcosa studieranno. Chissà se a pagare Libero senza comprarlo saranno ancora gli italiani com’è successo fino ad oggi.
Brigitta Donati