Per la giornata della memoria mi prefiggo sempre di “starne fuori”, di non lasciarmi coinvolgere né da quelli che si ricordano dell’olocausto degli ebrei solo una volta all’anno, né da quelli che in qualche modo deturpano la santità di questa giornata cercando di trarne un qualche vantaggio.
Poi succede l’esatto contrario, vuoi perché pur non essendo ebreo mi trovo emotivamente coinvolto, vuoi perché mal digerisco la falsa retorica di chi ricorda gli ebrei morti ma lavora instancabilmente per colpire quelli vivi.
Non essendo ebreo non riesco a capire fino in fondo quello che provano gli ebrei di oggi nel ricordare l’olocausto. Moltissimi di loro, se non tutti, hanno avuto in famiglia vittime della ferocia nazista. E’ un limite che purtroppo hanno tutti i “gentili”. Ciò non toglie che rimane difficile non sentirsi emotivamente coinvolti. E’ una strana sensazione, specialmente se a questa sensazione si abbina la consapevolezza del presente, dei corsi e ricorsi della storia.
E di ricorsi storici ce ne sono a bizzeffe, a partire da quello che succede in Medio Oriente dove c’è una intera nazione, l’Iran, concentrata unicamente sulla volontà di spazzare via Israele, lo Stato degli ebrei. E’ una volontà apertamente espressa, con quella naturalezza che solo i nazisti avevano nel dichiarare la volontà di arrivare alla soluzione finale e nel portarla avanti con scientifica e maniacale perseveranza.
Dopo l’olocausto l’abbiamo visto altre volte quella “perseveranza”, quella volontà di annientamento. Ad alcuni, come agli arabi che attaccarono il neonato Stato Ebraico, è andata male. Ad altri, purtroppo, è riuscita (Ruanda e Bosnia per citarne solo un paio). La volontà di annientare un intero popolo solo perché è di quella “razza” o di quella religione portata avanti scientificamente.
E’ per questo che non mi capacito del fatto che oggi, a oltre 70 dal più grande genocidio della storia, ci siano persone che non vedono i ricorsi storici e trovino del tutto naturale che una nazione pianifichi apertamente e scientificamente l’annientamento di un’altra nazione. Non mi capacito del fatto che le nazioni europee, che pure l’olocausto lo hanno visto, siano immobili di fronte a quello che l’Iran sta pianificando per Israele.
Diversi anni fa qualcuno scriveva:
personalmente vorrei che la giornata della memoria servisse a ricordare non solo quello che è stato l’olocausto ebraico durante la seconda guerra mondiale, ma che aprisse gli occhi della gente sull’olocausto che potrebbe essere, sul prossimo deliberato e pianificato assassinio di ebrei su larga scala
era il 2010 e in Iran c’era Mahmud Ahmadinejad. Oggi c’è il “moderato” Hassan Rouhani ma le cose non sono cambiate, anzi, sono addirittura peggiorate nella totale indifferenza, quando non complicità, di una Europa con la memoria corta.
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