Edmund Burke diceva che “perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all’azione”. In realtà perché il male trionfi è sufficiente il silenzio, l’accettazione dell’odio come normalità.

Il silenzio del mondo sulle dichiarazioni del leader supremo iraniano, l’Ayatollah Ali Khamenei, reiterate anche nelle ultime ore, stupisce più delle stesse parole d’odio.

È come se fosse normale minacciare un genocidio, come se fosse normale minacciare di distruggere un intero paese, un intero popolo.

Ci siamo talmente assuefatti all’odio antiebraico che anche le lezioni impartiteci dalla storia non sono sufficienti per far scattare in noi quella repulsione che invece si, sarebbe naturale.

La sottovalutazione e la generalizzazione di quelle parole d’odio sono l’anticamera dell’indifferenza.

“Ma si, dicono sempre così poi non fanno nulla”, sostengono i grandi della terra per giustificare il loro silenzio.

E invece no. L’Iran lavora da anni al genocidio ebraico, all’annientamento di Israele. E lo fa apertamente proprio perché tutti generalizzano e sottovalutano quelle che invece sono minacce reali.

Oggi persino il New York Times, non certo una testata amica dello Stato Ebraico, fa notare che per la prima volta il Grande Ayatollah Ali Khamenei ha ammesso apertamente che da anni l’Iran finanzia il terrorismo contro Israele.

Un qualsiasi altro Stato del mondo che ammettesse di finanziare il terrorismo contro un altro Stato subirebbe gravissime conseguenze, le condanne da tutto il mando sarebbero implacabili, così come le sanzioni.

Invece tutto tace. È tutto normale, tutto lecito, come se minacciare Israele di estinzione non fosse uguale a minacciare un qualsiasi altro Stato del mondo.

Per intenderci, Israele non ha bisogno del sostegno di nessuno. I suoi nemici li combatte quotidianamente ovunque nel mondo e con ogni mezzo.

Però qualcuno dovrebbe spiegare come mai quando Israele viene minacciato e persino attaccato nessuno fiata, mentre quando Israele si difende fioccano le condanne.

Ed è questo silenzio, questa indifferenza di fronte a così gravi minacce che dimostra come se Israele vuole sopravvivere deve difendersi da solo.

Con molta probabilità presto Gerusalemme annetterà la Valle del Giordano e lo farà perché lasciarla agli arabi vorrebbe dire mettere lo Stato Ebraico in gravissimo pericolo.

E vedrete come le condanne fioccheranno, vedrete come nessuno terrà conto che Israele non può fare altrimenti, pena la sua distruzione. Sarà il festival dell’ipocrisia.

Vuoi vedere che ha ragione chi sostiene che gli ebrei sono amati solo quando sono morti, ma che se provano a difendersi e a rimanere vivi subito scatta la normalità dell’odio antiebraico?