Tre giorni dopo essere stato oggetto di pesanti critiche da parte della comunità internazionale per aver tenuto un discorso a Ramallah in cui sosteneva che la persecuzione nazista contro gli ebrei fosse a causa dal comportamento ebraico e non della religione ebraica, Abu Mazen pone le proprie scuse agli ebrei senza però ritrattare nulla.

abu mazen
Vignetta di Alessandro Barchiesi

Oggi, in una dichiarazione rilasciata dal suo ufficio a Ramallah dopo una riunione di quattro giorni del Consiglio nazionale palestinese (PNC), Abu Mazen ha condannato l’antisemitismo e ha definito l’Olocausto «il crimine più atroce della storia».

«Se le persone sono offese dalla mia dichiarazione di fronte alla PNC, in particolare persone di fede ebraica, mi scuso con loro. Vorrei rassicurare tutti che non era mia intenzione farlo e ribadire il mio pieno rispetto per la la fede ebraica, così come le altre fedi monoteiste» ha detto Abu Mazen nella sua dichiarazione.

«Allo stesso modo, condanniamo l’antisemitismo in tutte le sue forme e confermiamo il nostro impegno per la soluzione dei due stati e per vivere fianco a fianco in pace e sicurezza» ha poi concluso.

La dichiarazione non è però piaciuta agli israeliani anche perché, nei fatti, non ritratta proprio nulla delle amenità dette tre giorni fa. Il Ministro della Difesa israeliano, Avidgor Liebermen, rispedisce al mittente le finte scuse definendo Abu Mazen un «antisemita furbo» e un «disgustoso negazionista».

Reazioni stizzite anche da parte di altri politici israeliani che accusano Abu Mazen di aver fatto parzialmente marcia indietro solo grazie alle reazioni internazionali come risposta alle sue parole.