E’ arrivato il momento che la politica regolamenti quello che Facebook non vuole regolamentare. Non c’è scusante per chi diffonde odio e notizie false sui social network usando spesso false identità. E la “nuova politica” di Facebook è ancora troppo ambigua e permissiva
Tre giorni dopo essere stato oggetto di pesanti critiche da parte della comunità internazionale per aver tenuto un discorso a Ramallah in cui sosteneva che la persecuzione nazista contro gli ebrei fosse a causa dal comportamento ebraico e non della religione ebraica, Abu Mazen pone le proprie scuse agli ebrei senza però ritrattare nulla.
Mentre in Italia si coprono le statue per non offendere il Presidente iraniano gli Ayatollah iraniani mostrano il loro vero volto proprio nel giorno in cui si ricorda l’olocausto ebraico. Lo fanno ai massimi livelli con un video negazionista postato sul sito del Grande Ayatollah Ali Khamenei.
A due settimane dalla giornata della memoria gli Ayatollah iraniani, amici di Obama e Mogherini e da loro stessi definiti più volte “moderati” e “partner affidabili”, organizzano l’ennesimo concorso di vignette che negano l’olocausto ebraico.
Di lati oscuri Abu Mazen, il cosiddetto “presidente della ANP”, ne ha tantissimi e tutti ben noti a partire dai milioni di dollari degli aiuti fatti sparire nei suoi conti in Svizzera fino alla sua predilezione per le scarpe artigianali italiane da 25.000 dollari al paio. Ma quello forse più oscuro riguarda la sua tesi di laurea che ogni tanto rispunta fuori, quella dove accusava i sionisti di aver pianificato l’olocausto insieme ai nazisti.
Negare la Shoah e passare da “libero pensatore”. In Italia, a differenza di molti altri Paesi europei, si può fare e per questo si può addirittura diventare una icona per tutti i negazionisti. E’ successo di nuovo a Roma dove un professore, tale Roberto Valvo, docente (sic) di storia dell’arte presso il liceo Rispetta di Roma aveva detto che la Shoah era una invenzione.