Su 11 tregue umanitarie Hamas ne ha violate 11, l’ultima volta ieri. Per 11 volte ha interrotto la tregua scatenando la giusta e legittima reazione israeliana. Il problema quindi non è arrivare a un cessate il fuoco, il problema è Hamas.

Su questo hanno animatamente discusso ieri sera il Ministro degli Esteri israeliano, Avidgor Lieberman, e il Primo Ministro, Benjamin Netanyahu, quando quest’ultimo ha convocato il gabinetto di difesa dei ministri per discutere su come non chiudere completamente le porte delle trattative. Sembra che Lieberman sostenuto anche dal Ministro della Ecominia, Naftali Bennett, sia letteralmente sbottato. «Questa convocazione è una perdita di tempo – ha detto Lieberman durante una riunione del suo partito – il Primo Ministro vuole prendere tempo per vedere se c’è ancora qualche possibilità di tregua. E’ arrivato il momento di chiudere la partita con Hamas in maniera definitiva».

Lieberman contesta a Netanyahu di essere troppo “timoroso delle reazioni internazionali” e per questo di lasciarsi condizionare.

A rincarare la dose ci pensa Naftali Bennet con una dichiarazione a Ynet nella quale afferma che «quando si vuole sconfiggere una organizzazione terroristica, si raggiunge una vittoria decisiva. Quando teniamo colloqui di pace con una organizzazione terroristica otteniamo solo più terrore». E poi ha concluso affermando che «prima o poi Israele dovrà affrontare Hamas. Una nazione sovrana non può essere ostaggio di un gruppo terrorista»,

A confermare che la linea del negoziato non tiene non ci sono solo le 11 violazioni su 11 del cessate il fuoco da parte di Hamas, c’è anche il piano scoperto dallo Shin Bet per il rovesciamento del governo della ANP, il grande piano di attentati per il capodanno ebraico e per finire la ripresa massiccia del lancio di missili su Israele, 40 solo ieri sera e diverse decine nella notte e stamattina. Mentre scriviamo le sirene di allarme risuonano in tutto il sud di Israele. Non si può trattare con Hamas.

Ci rendiamo perfettamente conto che puntare alla distruzione totale di Hamas significa entrare nuovamente a Gaza con tutti i rischi che comporta una operazione del genere. Sarebbe molto più facile usare solo l’aviazione, ma a quel punto una strage di civili sarebbe inevitabile. Ma sinceramente a vedere come stanno le cose non si intravede altra soluzione se non quella militare.

[glyphicon type=”user”] Scritto da Sarah F.

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