Ma come fa la Lega a stare ancora con Berlusconi? La voce dissonante di Maroni

31 Gennaio 2011

Passi che non c’è un Parlamentare all’interno del PDL ad aver preso le distanze dal premier e ad aver condannato questo ciarpame politico e morale, si sa, il PDL è un partito padronale e non si contesta chi ti stipendia e sfama i tuoi figli. Quello che meraviglia è invece la Lega Nord, sempre attenta alle questioni di giustizia e di moralità. Ma come fanno a stare ancora con Berlusconi?

E’ vero che la base della Lega è in subbuglio, che a Radio Padana la voce della base si fa sentire e lancia insulti verso il premier, è vero anche che a volte il silenzio è più rumoroso di una verità urlata, ma l’appoggio sin qui incondizionato dato da Bossi all’amico Silvio stona non poco con le ideologie leghiste.

Al momento l’unica voce dissonante è, in parte, quella di Maroni che in una intervista al Corriere della Sera ha fatto intendere due cose importanti:

1.       Se giovedì non passa il federalismo si va alle urne (la Lega stacca la spina al Governo)

2.       Non è detta che alle prossime elezioni il candidato Premier del centro-destra debba essere Berlusconi

Le dichiarazioni di Maroni sono una bomba, forse più di quelle di D’Alema di ieri e sicuramente più di peso della lettera scritta da Berlusconi sempre al Corriere dove un premier alla disperazione chiede un patto all’opposizione.

La domanda ora è: Maroni parla per conto suo oppure parla a nome della Lega e di Bossi? Nel primo caso non farebbe altro che dimostrare per l’ennesima volta che se c’è qualcosa da salvare in questo Governo è l’opera del Ministro dell’Interno specie nella lotta alla criminalità organizzata. Nel secondo caso invece il messaggio politico sarebbe fortissimo e potrebbe prefigurare un allontanamento della Lega (e di Bossi) da Berlusconi ma non dall’area del centro-destra.  In ambedue i casi però c’è una novità significativa: la Lega inizia a svegliarsi anche se ancora appare troppo vicina al premier e succube delle sue idee che di politico hanno molto poco.

Un fatto è certo: Bossi non è uno sprovveduto e se la sua base inizia a rumoreggiare non può non ascoltarla e continuare a essere “l’amico di Silvio” senza se e senza ma. Qualche se e qualche ma deve tirarli fuori. E poi ci sono i processi contro il premier. Lasciamo stare quello del Ruby gate, c’è quello contro Mediaset, il Processo Mills e il Processo Mediatrade. E poi ci sono inchieste molto gravi di cui poco si è parlato in questi giorni come quella sulle stragi mafiose degli anni 90, inchieste ancora tutte da vedere ma dove vari pentiti (non Spatuzza) hanno detto cose agghiaccianti su Berlusconi e sul suo uomo più fidato, il Senatore Dell’Utri. Per quanto tempo Bossi può continuare a reggere il gioco a un uomo come questo?

Roberto Delponte

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