Oltre 50 bambini sono morti di colera e oltre 300 sono in gravi condizioni in Nigeria nel campo profughi situato nell’area di Bali, nello Stato centrale di Taraba. A riferirlo alle organizzazioni umanitarie e alla stampa locale è il portavoce del campo profughi, Emmanuel Kegh.

Secondo quanto riferito dallo stesso Emmanuel Kegh al Premium Times oltre al colera il campo profughi sarebbe stato colpito anche da una epidemia di morbillo che nelle scorse settimane avrebbe ucciso diversi bambini. Il campo di Bali ospita migliaia di sfollati dal conflitto tribale tra le etnie Tiv e Fulani ed è sostanzialmente abbandonato a se stesso, sia dalle autorità nigeriane che dalle organizzazioni umanitarie. L’epidemia di colera e di morbillo arriva al culmine di un periodo terribile per i profughi del campo, mesi e mesi in cui nessuno si è interessato a loro e che hanno visto la morte di decine di persone per fame o per malattie che sarebbero curabili con semplici medicinali. Decine le donne incinta morte durante il parto o a causa del morbillo. Il colera è solo la mazzata finale.

Nonostante il fortissimo messaggio lanciato da Emmanuel Kegh sembra tuttavia che né l’Onu né le agenzie umanitarie siano interessate a intervenire. L’unica incredibile risposta è arrivata dal Governo centrale nigeriano che ha negato che nello Stato di Taraba ci sia una epidemia di colera e ha assicurato che i profughi godono di tutti i “benefici”. Peccato che basterebbe recarsi sul luogo per capire che la situazione è davvero drammatica. Lo ha fatto Sakinah Price, membro di una piccola associazione nigeriana che ha raccontato di una condizione incredibile sia nel campo profughi che nei villaggi vicini. Il colera e il morbillo stanno mietendo vittime su vittime e la diffusa condizione di mal nutrimento non fa altro che peggiorare le cose. Sakinah Price ha inviato il suo rapporto all’ufficio OCHA (l’ufficio dell’Onu che si occupa di aiuti umanitari) in Nigeria senza però ricevere alcuna risposta. Sembra che di queste migliaia di profughi non interessi nessuno. «La zona non è sotto i riflettori dei media – ha detto Sakinah Price a Rights Reporter – e quindi nessuno se ne interessa. Se una cosa del genere fosse avvenuta poco più a nord dove opera Boko Haram oppure in Medio Oriente si sarebbe vista una enorme mobilitazione, invece qui non si vede nulla».

Non ci rimane che prendere atto che per le Nazioni Unite e per le “grandi organizzazioni umanitarie” ci sono profughi di serie A e profughi di serie B. Se la zona è sotto l’attenzione dei media tutti corrono, ma se nessuno se ne interessa li lasciano morire come bestie. Davvero una triste realtà.

[glyphicon type=”user”] Scritto da Claudia Colombo

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