Hassan Rouhani che definisce Trump «un costruttore di grattacieli», la Mogherini che “intima” al Presidente americano di «preservare l’accordo», Putin e Merkel apertamente contrari. Tutti contro Trump per quella che ormai sembra l’inevitabile fine dell’accordo sul nucleare iraniano.
Sul nucleare iraniano Emmanuel Macron ha potuto fare ben poco per convincere Donald Trump a non uscire dal JCPOA, l’accordo raggiunto dalle potenze mondiali con l’Iran che nelle loro intenzioni avrebbe dovuto impedire o rallentare la corsa di Teheran verso le armi nucleari.
Ma il Presidente americano è stato più chiaro che mai. L’accordo è una schifezza quindi o lo si cambia o lo si azzera.
Ieri Macron parlando davanti al Congresso americano ha detto che «l’Iran non avrà mai armi nucleari, né adesso, né tra cinque anni, né tra 10 anni», ma non ha convinto nessuno tanto meno Donald Trump che sembra deciso più che mai ad uscire dal pessimo accordo sul nucleare iraniano e a ripristinare le sanzioni contro Teheran.
Molto piccata la risposta arrivata da Teheran dove ieri il Presidente Hassan Rouhani è tornato a ribadire le minacce lanciate pochi giorni fa dal suo Ministro degli esteri, Mohammad Javad Zarif, e ha definito il Presidente Trump non un uomo politico ma un semplice «costruttore di grattacieli».
Non da meno la reazione del capo della diplomazia europea, Federica Mogherini, la quale ha intimato che «c’è un accordo, funziona e quindi va preservato».
Da Mosca il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che «non ci sono alternative all’accordo sul nucleare iraniano» ed ha ammonito che sarebbe un grosso errore da parte degli americani uscire dal JCPOA.
Critiche anche dalla Germania alla vigilia del viaggio di Angela Merkel a Washington. «La priorità principale è il mantenimento dell’accordo esistente, che è stato negoziato da sette paesi e dall’UE e non può essere rinegoziato dall’una o dall’altra parte», ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri tedesco, Rainer Breul.
I tedeschi sembrano particolarmente “piccati” dall’apertura del Presidente francese a una eventuale rinegoziazione del JCPOA. «Il presidente Macron ha parlato della necessità di accordi supplementari: la questione è se, e in quali circostanze, l’Iran sarebbe pronto ad entrare in tale processo» ha aggiunto il portavoce del Ministero degli esteri tedesco.
Entro il prossimo 12 maggio il Presidente Trump dovrà decidere se gli Stati Uniti rimarranno all’interno dell’accordo sul nucleare iraniano ma le sue parole di ieri hanno fatto intendere chiaramente che senza le opportune modifiche gli USA usciranno dal JCPOA con buona pace di tutti e soprattutto degli Ayatollah.