Il nuovo capo del Mossad, Yossi Cohen, conferma quanto già aveva anticipato sulla linea della più importante agenzia di spionaggio israeliana e lo fa durante la cerimonia di insediamento che si è tenuta ieri presso la sede del Mossad a Tel Aviv.

«L’accordo sul nucleare iraniano ha notevolmente aumentato la minaccia a Israele rappresentata dall’Iran» ha detto Yossi Cohen subito dopo il suo giuramento come capo del Mossad «tuttavia sono fiducioso che l’agenzia (il Mossad n.d.r.) sarà in grado di formulare una risposta adeguata» ha poi aggiunto. «La sfida principale che dovremo affrontare è la minaccia iraniana. Israele è l’epicentro della tempesta che attanaglia il Medio Oriente. Fanatismo ed estremismo islamico stanno provocando il collasso di diversi Paesi e Israele si trova proprio al centro di questi sconvolgimenti».

Poi il nuovo capo del Mossad è andato molto più nello specifico. «L’Iran continua a chiedere la distruzione di Israele mentre allo stesso tempo prosegue il suo potenziamento bellico e rafforza la sua presa sulla regione. Impiega cellule terroristiche come mezzo per raggiungere i suoi obiettivi. Ma il Mossad saprà rispondere in maniera adeguata e con la forza necessaria al pericolo iraniano».

Cambia il tipo di guerra e cambia anche il Mossad

Le nuove sfide che è chiamato ad affrontare il Mossad impongono un cambiamento nella sua strategia e nelle pianificazione delle operazione. Prima di tutto verrà potenziata la sezione della guerra cybernetica, una delle sezioni più importanti nelle guerre del 21esimo secolo. Ma Yossi Cohen vuole potenziare anche la sezione che si occupa di operare sul terreno con il ripristino del vecchio e caro “agente segreto” da infiltrare nelle reti terroristiche o nelle strutture nemiche. Altra importante sezione che Yossi Cohen vuole potenziare è quella introdotta proprio di recente che si occupa di preparare il terreno alle varie missioni diplomatiche o di mediazione internazionale attraverso la raccolta di informazioni, i contatti segreti con gli emissari di altri Stati (in particolare arabi) e lo scambio di informazioni. Infine Cohen vorrebbe impiegare il Mossad anche nella guerra mediatica che vede un continuo assalto a Israele nel tentativo di delegittimarlo e di alimentare l’odio antisemita. Sotto certi aspetti questa è una svolta perché fino ad oggi questa particolare guerra era affidata a specifiche sezione del IDF e i risultati non sono stati proprio esaltanti.

«La responsabilità che il Mossad porta sulle sue spalle è immensa» ha detto il Premier Netanyahu subito dopo il giuramento di Yossi Cohen «ma io mi fido di te, Yossi, come fa tutto Israele».

Scritto da Gabor H. Friedman