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Rights Reporter > Medio Oriente > Obama è un verme: tradito Israele. Le reazioni di Netanyahu e Trump
Medio Oriente

Obama è un verme: tradito Israele. Le reazioni di Netanyahu e Trump

By redazione Published 24 Dicembre 2016
4 Min Read
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Noi lo avevamo ampiamente previsto. Obama ha tradito Israele al Consiglio di Sicurezza dell’Onu ed era tutto tristemente prevedibile. Da un miserabile non ci si può aspettare che il tradimento e d’altra parte è la degna conclusione di otto anni di una politica che ha provocato disastri planetari che hanno reso il mondo un campo di battaglia.

Ieri gli Stati Uniti al Consiglio di Sicurezza dell’Onu si sono astenuti su una risoluzione che porta la firma di Venezuela, Nuova Zelanda, Malesia e Senegal ma che parte da molto lontano e ha il DNA franco-palestinese, una risoluzione che in sostanza stabilisce contemporaneamente che gli insediamenti in Giudea e Samaria sono illegali e che Israele dovrebbe bloccare le nuove costruzioni.

Obama non vedeva l’ora di fare uno sgambetto a Netanyahu, al Presidente eletto Donad Trump e naturalmente allo Stato Ebraico e lo ha fatto, come si conviene ai vermi, nel modo più subdolo e strisciante evitando di mettere il veto su una risoluzione chiaramente di parte che non cita minimamente il terrorismo palestinese e che non può che esacerbare ulteriormente gli animi. E infatti i palestinesi festeggiano a modo loro, cioè nell’unico modo che conoscono, quello violento. Ieri sera un terrorista palestinese ha festeggiato il tradimento di Obama verso Israele accoltellando un uomo israeliano a Efrat. E a breve ci aspettiamo altri “festeggiamenti” visto che a quanto pare il Consiglio di Sicurezza dell’Onu considera il terrorismo islamico palestinese non meritorio di menzione.

Le reazioni di Netanyahu e di Trump

Il Premier israeliano Netanyahu ha già fatto sapere che Israele non rispetterà mai questa risoluzione, supportato subito dalle parole di Donald Trump. «Israele respinge categoricamente la spregevole risoluzione anti-israeliana emessa dalle Nazioni Unite e non la rispetterà» ha detto Netanyahu ieri sera prima di passare direttamente all’attacco di Obama definito alla stregua di un manovratore dietro le quinte, un traditore della democrazia e un alleato dell’estremismo islamico. «L’amministrazione Obama non solo non è riuscita a proteggere Israele da questa banda di malviventi che siedono all’ONU ma dietro alle quinte è collusa con loro» ha concluso Netanyahu. Poco dopo arrivano via Twitter le parole tranquillizzanti di Donad Trump che dice che le cose cambieranno dopo il 20 gennaio, cioè quando si insedierà alla Casa Bianca.

Cosa succederà adesso?

La prima conseguenza sarà direttamente inversa a quella che la “banda della Casa Bianca” e i malviventi dell’Onu si aspettano, cioè Israele non tratterà in nessun modo con gli arabi che si definiscono palestinesi. Se prima c’era qualche possibilità che ciò avvenisse oggi quella possibilità è definitivamente svanita. A Gerusalemme, capitale indivisibile di Israele, pensano anche ad altri provvedimenti legati ai tanti, troppi favori che Israele concede a questi criminali autodefinitosi “popolo”, a partire dalle concessioni di energia elettrica, dalle telecomunicazioni, dai permessi di lavoro e dall’assistenza sanitaria di cui beneficiano migliaia di arabi. Se guerra deve essere che guerra sia, ma in guerra non si fanno favori ai nemici. Il troppo buonismo fino ad oggi non ha pagato, anzi, ha generato un mostro che ha infiltrato persino i più alti livelli dell’amministrazione americana. Ora le cose cambieranno e non crediamo che cambieranno in meglio per gli arabi che si definiscono palestinesi. Israele non cederà alle intimidazioni mafiose dei terroristi arabi e dei loro compagni di merende.

Scritto da Gabor H. Friedman

TAGGED: insediamenti, israele, nazioni unite, obama, onu, palestina, palestinesi, trump

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