Obama, ovvero il patetico a reti unificate. Ieri sera il Presidente Barack Hussein Obama ha parlato alla nazione in modo solenne, a reti unificate e dalla Sala Ovale della Casa Bianca come solo in altre due occasioni aveva fatto. Ma per dire cosa? Per annunciare cosa?
Innanzi tutto è partito dalla strage di San Bernardino per dire che «si è trattato senza dubbio di un atto di terrorismo ispirato dal ISIS ma non ci sono le prove di un collegamento con gruppi terroristici all’estero» continuando quindi nella “linea della negazione parziale” di un collegamento tra i terroristi islamici autori delle strage e lo Stato Islamico. Poi ha promesso di «distruggere l’ISIS» attraverso l’intensificazione degli attacchi aerei, una promessa già fatta in molte altre occasioni che però si scontra con i risultati sul terreno e, soprattutto, con l’attuale confusa politica estera americana che vede gli USA collaborare attivamente con Turchia e Iran, i primi alleati de facto dell’ISIS, i secondi versione sciita dei sunniti dello Stato Islamico. La difesa della politica estera americana è stato francamente l’atto più patetico di Obama, una politica estera i cui disastri sono davanti agli occhi di tutti e le cui conseguenze pagheremo a lungo negli anni a venire. Insomma, se qualcuno si aspettava un discorso volto ad annunciare una svolta nella lotta al ISIS è rimasto deluso. Non cambia nulla, compreso il fatto di evitare accuratamente qualsiasi coinvolgimento americano nei combattimenti sul terreno. Piuttosto Obama è parso più concentrato nel cercare di convincere gli americani a non cambiare le loro abitudini a causa del ISIS e a rilanciare la necessità di una legge per il controllo della vendita delle armi.
Obama ha cercato anche di “sensibilizzare” la comunità musulmana in merito al rischio che «una ideologia estremista islamica si stia diffondendo all’interno della comunità islamica» avvertendo come la stessa comunità islamica debba vigilare contro questa “infiltrazione”. Tuttavia ha ribadito che l’ISIS non va confuso con l’Islam affermando che «lo Stato Islamico non parla a nome dell’Islam, sono dei criminali. I musulmani li ripudiano». Peccato che tutto questo “ripudio” da parte dei musulmani non si veda né in America né tantomeno in Europa.
Il discorso di Obama è stato immediatamente criticato dai repubblicani e in particolare dal senatore John McCain il quale ha detto che «Obama non ha offerto alcun cambiamento della sua inutile strategia contro l’ISIS». Critiche appuntite anche da Jeb Bush che ha parlato di «guerra del nostro tempo che va affrontata in maniera adeguata e non elusa».
Concludendo, nulla di nuovo nel discorso di Obama. L’ISIS non è l’Islam, non tutti i musulmani sono terroristi, nessun militare americano combatterà l’ISIS sul terreno, fiducia all’Iran e alla Turchia, maggiore controllo delle armi per impedire che “terroristi interni” compiano attentati come quello di San Bernardino e soprattutto niente panico e mantenere le stesse abitudini senza farsi condizionare dallo Stato Islamico. Più patetico di così…
Scritto da Adrian Niscemi