La scelta degli Stati Uniti di abbandonare gradualmente il quadrante mediorientale e africano a favore di quello indocinese (o indopacifico), scelta palesata anche ieri attraverso l’accordo con l’Australia, pone brutalmente l’Europa di fronte a un problema che fino ad oggi ha sempre rinviato, quella della creazione di un esercito europeo.
Con gli eserciti islamici della Turchia (il plurale non è un errore di battitura) sempre più aggressivi alle porte dell’Europa non possiamo rimanere seminudi ad aspettare il prossimo ricatto di Erdogan o la sua prossima prepotenza.
Che ormai sia l’America che la NATO non siano più in grado di garantire la sicurezza europea è un fatto più o meno acclarato. E allora perché aspettare ancora, magari stringendo anche alleanze strategiche con i Paesi del Mediterraneo non (ancora) europei come Israele?
Mi è piaciuto l’intervento di Ursula von Der Leyen al Parlamento Europeo dove per la prima volta si è parlato di Esercito Europeo.
Ma limitare il tutto a una forza di intervento rapido di appena seimila uomini, seppure diversa dall’attuale “Battle group” (1.500 uomini) a causa del coinvolgimento di una componente aerea e marina, non è ancora abbastanza.
Serve veramente un cambio di passo. Più uomini, più mezzi, più aeronautica e marina, un comando unificato, esercitazioni frequenti con Israele.
Gli eserciti islamici di Erdogan non devono diventare un solo esercito islamico come vorrebbe il Califfo turco.
Questa è la prima cosa che andrebbe evitata mandando al diavolo chiunque ancora proponga un ingresso turco nella Unione Europea.
Ma non lo possiamo fare con una forza di appena seimila uomini, un paio di navi e una squadriglia di aerei.
Erdogan è da un po’ che ha capito che gli Stati Uniti e la NATO stavano lasciando l’Europa. Non è un caso infatti che stia comprando armi avanzate dalla Russia nonostante sia ancora un membro della NATO.
Anche questo deve far riflettere sull’urgenza di creare un esercito europeo perché non ci possiamo permettere un asse turco-russo. Saremmo davvero nei guai.
Purtroppo il mondo non va avanti solo di economia, di spread e di PIL, ma ancora purtroppo va avanti anche con gli eserciti (anche e soprattutto per ragioni economiche).
A Bruxelles non possono pensare che basti un “esercitino” di seimila uomini per salvaguardare i nostri confini dalle orde ottomane e garantire i nostri affari.
E a meno che non si pensi di stringere improbabili alleanze militari con Pechino o con Mosca, l’unica alternativa è un vero esercito europeo magari rafforzato da accordi con Israele.