Tutti i siti web talebani pubblicati in cinque lingue sono stati improvvisamente oscurati da mani ancora sconosciute.
I talebani avevano usato i loro siti web per coordinare la fulminea conquista dell’Afghanistan e per mantenere i contatti con i loro adepti all’estero.
In totale sono cinque i siti web talebani oscurati pubblicati in cinque, lingue, pashtu, dari, arabo, urdu e inglese.
Sebbene i siti web fossero protetti Cloudflare, una società con sede a San Francisco che aiuta i siti Web a fornire contenuti e a difendersi dagli attacchi informatici, sono improvvisamente spariti e Cloudfare non ha chiarito se la sua protezione è stata aggirata oppure ha tolto la protezione di sua iniziativa.
Anche WhatsApp da ieri ha chiuso decine di gruppi e account collegati ai talebani. WhatsApp è una società di proprietà di Facebook che a sua volta ha chiuso tutte le pagine e i gruppi collegati ai talebani.
La portavoce di WhatsApp, Alison Bonny, ha rifiutato di spiegare se la società avesse intrapreso nuove azioni contro i talebani, ma ha ribadito le precedenti dichiarazioni della società di Facebook sull’argomento in generale: «siamo obbligati ad aderire alle leggi statunitensi sulle sanzioni. Ciò include il divieto di mantenere attivi account che sembrano presentarsi come account ufficiali dei talebani. Stiamo cercando maggiori informazioni dalle autorità statunitensi competenti, data l’evolversi della situazione in Afghanistan».
Anche Twitter ha adottato una politica simile chiudendo tutti gli account ufficiali e non ufficiali collegati in qualche modo ai talebani.
In buona sostanza il mondo del web sta isolando gli islamisti afghani e questa è la prima volta che succede una cosa del genere.
I talebani hanno usato abilmente i social media e Internet per anni per diffondere i propri messaggi, proponendosi come un esercito di liberazione che mira a liberare l’Afghanistan dall’occupazione straniera e ripristinare la legge islamica.
Allo stesso tempo gli islamisti afghani stanno cercando di ammorbidire la loro immagine – dentro e fuori l’Afghanistan – vista come una brutale forza ribelle decisa alla vendetta dopo che venti anni fa gli Stati Uniti li avevano cacciati dal potere.
«La proliferazione dell’infrastruttura online dei talebani, indipendentemente dal fatto che soddisfi ufficialmente i criteri di moderazione dei contenuti di alcune aziende, sta contribuendo in modo significativo al rafforzamento degli estremisti violenti globali», ha affermato Rita Katz, direttore esecutivo di SITE Intelligence Group, che monitora l’estremismo online. «In breve, tagliare i media online dei talebani è sicuramente una buona cosa» ha aggiunto.
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