L’ipocrisia dei cosiddetti pacifisti (noi li chiamiamo pacivendoli) è una cosa nota. Nella loro distorta visione della pace e del Diritto Internazionale non tutti hanno diritto a suscitare la loro attenzione, non tutti meritano manifestazioni di solidarietà e azioni di sostegno. Solo se di mezzo c’è Israele questi ipocriti si scatenano, ma se ti chiami Assad, Putin oppure se sei filo-iraniano stai tranquillo che puoi massacrare senza ritegno donne e bambini che nessuno manifesterà contro di te.
La Siria e in particolare Aleppo ne sono la dimostrazione eclatante. Dopo anni di massacri con un numero incredibile di morti civili (non si sa quanti siano, chi dice 300.000 chi mezzo milione) oggi assistiamo impotenti al massacro di Aleppo, un massacro sistematico e deciso a tavolino da Assad, dai suoi alleati iraniani aiutati da Hezbollah e appoggiato dalla Russia di Putin che garantisce la copertura aerea agli assassini comandati da Teheran. Eppure dei cosiddetti pacifisti non se ne vede traccia, non una sola manifestazione di protesta contro gli assassini siriani e iraniani, non una sola parola di sdegno, non una sola flotilla di navi pronte a portare aiuti umanitari ai poveri siriani. In realtà una flotilla ci sarebbe che sta solcando i mari, è quella delle donne che però sta allegramente veleggiando verso Gaza tra un party a base di tartine e un festino a favore di videocamera mentre ad Aleppo i civili vengono massacrati senza pietà, gli ospedali bombardati e l’UNICEF denuncia un genocidio di bambini.
Ma ad Aleppo non si può incolpare Israele, anche se qualcuno ci prova con fantasiose teorie, e così dei poveri siriani non interessa nulla a nessuno. Niente manifestazioni, niente servizi speciali o servizi inviati da solerti cooperanti di altrettanto solerti ONG pronti a trasmettere in diretta il conflitto. Niente cooperanti avvolti dalla onnipresente kefiah pronti a farsi immortalare di fronte alle rovine di qualche bunker di terroristi palestinesi spacciato per abitazione civile. No, in Siria c’è la guerra vera e da quella è meglio starne lontani. E poi a massacrare civili sono gli iraniani e i russi, perché mai i cosiddetti pacifisti dovrebbero interessarsene se di mezzo non c’è Israele da incolpare? Mi sento stupida persino a chiedermelo. E poi, diciamocelo chiaramente, la guerra in Siria non è un business, non ancora almeno. Perché mai questa gentaglia si dovrebbe interessare ai civili siriani se non rendono nulla?
Da molto tempo ormai il termine “pacifismo” viene usato per scopi diametralmente opposti al suo significato. Da troppo tempo quel termine così nobile viene abusato per proteggere i terroristi e non le popolazioni civili colpite dai conflitti. Non so nemmeno se si possa parlare di ipocrisia o si debba parlare di criminale malafede. Lascio giudicare a chi con onestà intellettuale guarda ai fatti. E i fatti ci dicono che mentre ad Aleppo e in tutta la Siria centinaia di migliaia di persone vengono massacrate scientificamente i cosiddetti pacifisti organizzano l’ennesima vacanza a Gaza denunciando inesistenti genocidi quando al vero genocidio in atto nemmeno rivolgono uno sguardo. Anzi no, scusate, uno sguardo ce lo buttano, ma solo per prendere foto di distruzione e di bambini siriani morti per spacciarli come palestinesi. Dopo l’ipocrita beffa anche l’infamia.
Scritto da Lila C. Ashuryan