Qualsiasi economista del mondo rimarrebbe di stucco di fronte ai conti della ANP (Autorità Nazionale Palestinese). Sfido chiunque a capire come possa una Stato che non esiste, la Palestina, avere accesso a miliardi di dollari di aiuti finanziari da tutto il mondo (unico caso al mondo) e rischiare il tracollo finanziario senza aver mai usato quei soldi per implementare qualsiasi forma di sviluppo. La Grecia a confronto è un caso da nulla.
Eppure oggi in Egitto, dove ci sarà una riunione per rilanciare l’economia egiziana distrutta da due anni di Fratellanza Musulmana, il piatto forte sarà proprio un colloquio tra il Segretario di Stato americano, John Kerry, e il Presidente della ANP, Abu Mazen, sulla drammatica situazione finanziaria in cui versa la Palestina e in particolare la ANP. L’accusa è come sempre rivolta a Israele che da gennaio, da quando cioè la ANP ha aderito alla Corte Penale Internazionale, ha bloccato i trasferimenti di denaro verso la ANP. Solo che il blocco dei trasferimenti riguarda solo 127 milioni di dollari e il buco che deve coprire la ANP e di quasi due miliardi di dollari.
Ora, qui nessuno è un economista ma qualche conteggio con la calcolatrice lo sappiamo fare. Come diavolo fa la ANP a essere sull’orlo del tracollo finanziario con tutto quello che riceve dalla Unione Europea (qui un report) e con quello che riceve dagli Stati Uniti e dalla Lega Araba? E il tutto senza mai aver speso un dollaro per implementare le opere per cui ha ricevuto quei soldi. I conti non tornano.
Abu Mazen non ha mai risposto sulla scomparsa di miliardi di dollari denunciata anche dalla Corte dei Conti dell’unione Europea, in compenso ha continuato imperterrito a chiedere denaro a destra e a manca, ottenendolo. Adesso, con un buco vicino ai due miliardi di dollari, accusa Israele di esserne il responsabile perché il Governo di Gerusalemme ha bloccato il trasferimento di 127 milioni di dollari. Lo ripetiamo, i conti non tornano e non serve essere economisti per capirlo.
John kerry si è già dichiarato “preoccupato per la grave crisi finanziaria in cui versa la ANP” dicendosi altrettanto preoccupato per quei 127 milioni di dollari bloccati da Israele, ma non ci risulta che abbia chiesto ad Abu Mazen di spiegare che fine hanno fatto i miliardi di dollari scomparsi nel nulla.
La cosa paradossale è che in una giornata dedicata a un convengo importantissimo qual è quello per il rilancio economico dell’Egitto dove, tra le altre cose si parlerà anche del terrorismo globale e dei rischi che rappresenta lo Stato Islamico, i riflettori sono ancora puntati sul piagnisteo di Abu Mazen. E nessuno che chieda conto al presidente palestinese su tutti quei miliardi spariti nel nulla.
[glyphicon type=”user”] Scritto da Noemi Cabitza
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