Parlateci dell’ONU che applaude i terroristi palestinesi

29 Settembre 2019

Ormai l’annuale Assemblea Generale delle Nazioni Unite è diventata lo specchio preciso di quello in cui si è trasformato il più importante organismo del pianeta, una accozzaglia di canaglie.

Vedere la platea dell’ONU riservare scroscianti applausi al Presidente palestinese, Mahmoud Abbas (Abu Mazen), che annuncia di non aver nessuna intenzione di interrompere i vitalizi per i terroristi palestinesi, lascia francamente basiti.

«Anche se avessi avuto solo un centesimo, l’avrei dato alle famiglie dei martiri, dei prigionieri e degli eroi», ha detto Abbas mentre la platea gli riservava uno scrosciante applauso.

Applausi ripetuti quando Abbas ha attaccato a testa bassa l’Amministrazione americana rea di aver trasferito l’ambasciata americana a Gerusalemme, di aver chiuso l’ufficio della OLP a Washington e di aver tagliato i fondi alla UNRWA.

«Gerusalemme fa parte del patrimonio religioso dei musulmani e rimarrà la capitale eterna del popolo palestinese» ha detto il dittatore palestinese che ormai dal 2005 non permette libere elezioni. E giù ancora applausi.

Poi il dittatore palestinese ha proposto una conferenza internazionale sulla Palestina. «I palestinesi non sono più d’accordo sul fatto che ci sia un solo Stato (gli USA n.d.r.) a fare da mediatore tra noi e gli israeliani. Chiediamo una conferenza internazionale che promuova il processo di pace» ha detto ancora Abbas tra lo scrosciare degli applausi.

Mahmoud Abbas ha poi attaccato duramente l’idea avanzata da Netanyahu di annettere la Valle del Giordano (di fatto già sotto controllo israeliano) affermando che se Israele intende procedere con questo piano ogni accordo con l’Autorità Palestinese sarebbe saltato.

«Netanyahu si è sempre rifiutato di incontrarmi e ha risposto negativamente a tre inviti della Russia» sostiene il dittatore di Ramallah. «Le nostre mani sono sempre state tese alla pace» ha poi continuato tra gli applausi. «Chiedo una conferenza di pace che coinvolga i paesi arabi e le grandi potenze e che metta fine all’aggressione israeliana» ha poi concluso Abbas.

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