Ieri un caro amico mi ha chiesto come avrei commentato la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia contro Israele. Gli ho risposto che non lo avrei fatto perché sarebbe come commentare il fatto che Israele occupa Israele. Commenteresti il fatto che l’Italia occupa l’Italia?
Quella sentenza era già scritta prima ancora che i giudici decidessero di fare i giudici. Mica ci saremmo aspettati che la Corte Internazionale di Giustizia scrivesse che gli insediamenti in Giudea e Samaria sono a norma del Diritto Internazionale? Mica ci saremmo aspettati che scrivessero che Gerusalemme è la capitale di Israele? Suvvia. Cosa c’è da commentare?
Piuttosto la Corte Internazionale di Giustizia dovrebbe imporre a Giordania ed Egitto di riprendersi i suoi emigrati in Israele, quelli che continuano imperterriti a chiamare “palestinesi”.
Dovrebbe imporre ai regimi arabi d’Egitto, di Giordania e di Siria di pagare i danni per questi sette decenni di guerra conseguenza del fatto che quando dovevano non hanno riconosciuto lo Stato di Israele e lo hanno attaccato. Perdendo la guerra e i territori.
Dovrebbero imporre ai regimi arabi di pagare i danni per essersi inventati dal nulla il fantomatico “popolo palestinese” del quale non vi è traccia da nessuna parte fino alla nascita di Israele, anzi, fino al 1967 quando venne creato proprio per contrapporlo a Israele che invece ha una storia millenaria.
No, non c’è proprio niente da commentare nella sentenza della Corte Internazionale di Giustizia se non che con queste operazioni si sta cerando di affibbiare a Israele le responsabilità che invece sarebbero di Giordania (per la Cisgiordania) ed Egitto (per la Striscia di Gaza).
Non è un caso che il Piano di partizione della Palestina, come era allora indicata la regione, preveda l’istituzione di uno Stato ebraico e uno arabo, ARABO non palestinese non essendoci un popolo palestinese che nacque anni dopo. Gli arabi rifiutarono e attaccarono il neonato Stato di Israele. Quindi quello fu il primo rifiuto arabo a costituire uno Stato.
Altri rifiuti vennero nei decenni successivi perché, come allora, gli arabi volevano un territorio “dal mare al fiume Giordano”, cioè Israele doveva essere cancellato. Oggi gli arabi vorrebbero tornare al 1967 come se niente fosse, anche se è tutta una farsa perché oggi come allora agli arabi non interessa “solo” una parte di territorio e chi afferma il contrario è in malafede.
E a proposito di genocidi e accuse varie, gli emigrati giordani ed egiziani – cosiddetti “palestinesi” – nel 1967 erano poche centinaia di migliaia. Oggi sono oltre cinque milioni, gli unici nell’universo a crescere di numero sotto genocidio. Chissà se la Corte Internazionale di Giustizia vorrà indagare anche su questa cosmica stranezza.