A parlare di Nazioni Unite e della necessità di riformarle profondamente si corre il rischio di diventare ripetitivi e noiosi, ma i tempi che viviamo ci impongono di non mollare la presa su una legittima lotta pacifica e di civiltà il cui risultato finale peserà sul futuro dei nostri figli e nipoti.

Perché quello a cui abbiamo assistito due giorni fa quando l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha emesso l’ennesima risoluzione di condanna contro Israele rifiutandosi, si, RIFIUTANDOSI, di inserire in quella risoluzione il nome di Hamas, è la dimostrazione plastica di quanto andiamo dicendo ormai da tempo e cioè che da un organismo che dovrebbe essere sopra le parti, le Nazioni Unite si sono trasformate nella scimitarra dell’islam più radicale, si sono trasformate in un mezzo che tutela i violenti e attacca le democrazie.

Pensateci un attimo: ma secondo voi è possibile che un piccolo staterello delle dimensioni di una regione italiana con poco più di otto milioni di abitanti, unico posto in Medio Oriente dove regna la democrazia e la pace interna, circondato da regimi musulmani che ne vogliono la distruzione e che possono vantare centinaia di milioni di abitanti ed eserciti potenti, dicevo, è possibile che questo microscopico Stato democratico che si chiama Israele sia la causa di tutti i mali del mondo? Possibile che con tutti i conflitti che ci sono nel mondo e che causano centinaia di migliaia di morti, milioni e milioni di sfollati, esodi biblici di rifugiati, le Nazioni Unite spendano la maggioranza del loro tempo a produrre risoluzioni (per altro del tutto inutili) contro Israele?

Erdogan che esulta per l’ennesima porcata sfornata dall’ONU contro la democrazia israeliana è la fotografia perfetta di cosa sono diventate oggi le Nazioni Unite e di come anche le democrazie occidentali si stanno progressivamente piegando ai diktat musulmani i quali non riescono a digerire il fatto che una democrazia si possa difendere dalle loro assurde pretese e dalle loro prepotenze.

Oggi l’organizzazione delle Nazioni Unite è diventata la negazione di se stessa, difende i terroristi che provocano guerre e attacca le democrazie che si difendono dai terroristi. E’ un po’ come se sparassero contro la Croce Rossa invece di sparare contro i carri armati.

Quando i maggiori organismi delle Nazioni Unite deputati a tutelare i Diritti Umani, i Diritti delle donne e quant’altro connesso al delicato tema della dignità umana sono in mano alle peggiori dittature del mondo, è palese che ci sia qualcosa che non torna e che mina l’autorevolezza e la credibilità di questa organizzazione. Non c’è bisogno di essere filo-israeliano per capire questo.

Quando un organismo che dovrebbe essere la massima rappresentazione della difesa del Diritto qual’è il Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU viene dato in mano ai sauditi e ha una regola non scritta che impone ad ogni seduta di parlare di Israele (solo di Israele, la regola non vale per nessun altro) è lapalissiano che qualcosa non vada.

Ora, possiamo rassegnarci e continuare a guardare mentre le Nazioni Unite si trasformano in un braccio legale dell’islam integralista e sparano sulla Croce Rossa invece che sui carri armati, oppure possiamo darci da fare per rivitalizzare la campagna per una profonda riforma dell’ONU, ormai promessa da anni e mai nemmeno iniziata.

Non sto parlando degli sprechi miliardari dell’ONU, quello è un altro discorso, sto parlando della stessa essenza delle Nazioni Unite, parlo di quei principi contenuti nella carta fondante che delineano i fini e gli obiettivi che hanno portato alla nascita dell’Organizzazione delle Nazioni Unite e che negli ultimi decenni sono stati progressivamente messi nel dimenticatoio per essere sostituiti da principi non scritti che penalizzano le democrazie e favoriscono i violenti e i prepotenti.

In occidente, non solo in Italia, si parla tanto di “governi del cambiamento”. Bene, che questi “governi del cambiamento” inizino a chiedere seriamente una profonda riforma delle Nazioni Unite perché il mondo non finisce sui confini nazionali, ma oggi più che mai è un mondo profondamente interconnesso e quello che succede in un posto condiziona gli eventi in tutto il mondo. L’alternativa è lasciare la guida del mondo e la tutela dei Diritti a quelli che proprio quei Diritti calpestano ogni giorno. E’ un ossimoro ormai del tutto insopportabile.