Gerusalemme, Israele (Rights Reporter) – Come ampiamente previsto (e annunciato) l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha votato a stragrande maggioranza una risoluzione che condanna Israele per «uso eccessivo della forza» durante gli scontri con Hamas lungo il confine con la Striscia di Gaza.
Sono stati 120 i Paesi che hanno votato a favore della risoluzione presentata da Turchia e Algeria che chiedeva la condanna di Israele per «uso eccessivo e indiscriminato della forza» e una forza militare di pace a protezione dei civili di Gaza. Solo 8 i no mentre gli astenuti sono stati 45.
Fino alla fine gli Stati Uniti hanno cercato di inserire nella risoluzione un paragrafo che chiedeva la condanna di Hamas, che nella risoluzione originale non viene mai nominato, ma per un cavillo procedurale l’Assemblea lo ha impedito.
Furiosa l’ambasciatrice americana alle Nazioni Unite, Nikki Haley, che ha fatto notare come questa risoluzione non nomina mai Hamas facendo ricadere unicamente su Israele la responsabilità degli scontri.
«Gaza è un’importante questione internazionale. Ma cosa lo rende diverso e più urgente dei conflitti in Nicaragua, Iran, Yemen, Birmania o in molti altri luoghi disperati? Perché non ci siamo riuniti qui per discutere di questi problemi urgenti?» ha detto una infuriata Haley a margine della riunione. «La realtà è che ciò che distingue Gaza dalle altre aree di crisi è la presenza di Israele e che attaccare lo Stato Ebraico è diventato un efficace sport politico per portare voti» ha concluso la Haley rivolta a quei Paesi occidentali che hanno votato a favore della risoluzione.
La risoluzione chiede anche che venga istituito «un meccanismo di protezione internazionale dei civili palestinesi», una postilla fortemente voluta dalla Turchia che vuole portare il proprio esercito nella Striscia di Gaza.
Durissima la reazione del Premier israeliano, Benjamin Netanyahu, il quale appreso della risoluzione ha detto che «l’incessante attenzione dell’ONU su Israele non solo porta vergogna all’organizzazione, distoglie anche l’attenzione da tante altre questioni urgenti che richiedono l’attenzione della comunità internazionale».