Rapporto: i numeri veri della guerra tra Israele e Hamas

E' incredibile come i media mondiali e persino la Corte Penale Internazionale si affidino completamente (direi anima e corpo) ai numeri forniti da Hamas quando basterebbe perdere un po’ di tempo per informarsi meglio.
22 Maggio 2024
rapporto sui numeri veri della guerra tra hamas e israele

Da quando la guerra tra Israele e Hamas è iniziata – dopo il massacro del 7 ottobre – abbiamo assistito a un crescendo della diffusione di notizie deliberatamente false, nella maggioranza dei casi da parte palestinese ma anche da parte filo-israeliana. Senza pregiudizio siamo andati a controllarne alcuni.

I morti civili:

questo è il numero più difficile da verificare perché in primo luogo fare distinzione tra civili e terroristi è difficile in quanto i terroristi vestono con abiti civili, li usano per nascondersi confondendosi tra di loro e spesso li usano anche come scudi umani. A questa difficoltà si aggiunge la pochissima attendibilità storica dei numeri forniti dal fantomatico “Ministero della salute” di Gaza, gestito da Hamas e usato da sempre come vero e proprio organo di propaganda.

I numeri forniti da Hamas:

secondo il Ministero della salute di Gaza, ripreso senza alcuna verifica sia dagli organi di stampa che dalle organizzazioni internazionali, nel momento in cui scriviamo ci sarebbero oltre 35.300 morti civili e 79.261 feriti. Nei giorni scorsi un sito web aveva diffuso la notizia che c’era un rapporto della OCHA, l’ufficio degli affari umanitari delle Nazioni Unite, che dimezzava il numero diffuso da Hamas. L’OCHA, sentita da RR, ha negato che ci fosse tale rapporto e ci ha rimandati al sito web dedicato alla crisi di Gaza dove si riprendono esattamente i numeri di Hamas.

Tuttavia, alcuni dipendenti dell’OCHA sentiti in modo anonimo da RR hanno ammesso che i numeri diffusi da Hamas sono molto probabilmente gonfiati, sia nel numero che nella distribuzione visto che si mette sempre l’accento sul fatto che fossero “in maggioranza donne e bambini” quando invece sarebbero in maggioranza miliziani o comunque bambini soldato di Hamas. Oltretutto segnalano l’impossibilità di stabilire il numero delle vittime in quanto molte di esse sono sepolte sotto le macerie o nei tunnel distrutti. Un rapporto confidenziale dell’ONU visto da una fonte dell’OCHA stima il numero delle vittime civili, cioè non combattenti, in un range compreso tra le 7.000 e le 9.000 vittime. Mentre le vittime tra i combattenti sarebbero comprese tra le 11.000 e le 14.000 vittime. Ma sono comunque stime. Va ricordato che nelle guerre precedenti alla verifica post bellica dei fatti si è sempre scoperto che il fantomatico “Ministero della salute di Gaza” aveva praticamente raddoppiato i numeri.  

Come Israele cerca di evitare le vittime civili (non combattenti):

prima di bombardare con le bombe l’esercito israeliano (IDF) ha bombardato le aree target con milioni di volantini scritti in arabo dove si avvisava la popolazione di lasciare l’area target e si davano indicazione precise su come lasciarla in sicurezza.

È successo più volte che Hamas abbia fermato l’evacuazione dei civili dalle zone target. Ci sono testimonianze palestinesi secondo le quali Hamas avrebbe sparato e ucciso chi cercava di mettersi in salvo seguendo le istruzioni dell’IDF. È stato lo stesso capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, a dare l’ordine reclamando il sangue di vecchi, donne e bambini.

In altre occasioni l’IDF ha fatto sfollare decine di migliaia di civili non combattenti dalle aree target prima di dare il via alle operazioni militari. L’IDF è l’unico esercito al mondo che pur di limitare le vittime civili non combattenti avvisa il nemico su dove attaccherà aumentando enormemente il rischio per i propri soldati.

L’accusa a Israele di affamare deliberatamente la popolazione:

l’accusa, per altro ripresa anche dal Tribunale Penale Internazionale per chiedere l’arresto del Premier israeliano e del suo Ministro della difesa, è del tutto smentita dai numeri. Israele ha infatti facilitato l’ingresso di 542.570 tonnellate di aiuti e 28.255 camion di aiuti, in uno sforzo senza precedenti per rifornire i civili di un nemico, anche se Hamas ruba gli aiuti e cerca di ostacolare la consegna. Al contrario l’Egitto, che pure confina con Gaza, si è sempre rifiutato di aprire il valico di Rafah per far entrare gli aiuti nella Striscia. Eppure tutti accusano Israele senza guardare né i numeri né i fatti.

Le accuse della Corte Penale Internazionale (CPI):

come detto Israele è accusato di “affamare intenzionalmente i civili”. Il procuratore Karim Ahmad Khan sostiene che “affamare i civili è un metodo di guerra”. Hamas elenca 31 gazesi che sostiene siano morti per malnutrizione e disidratazione in sette mesi di guerra. Trentuno casi su 2,3 milioni di persone che l’Egitto non lascia uscire dal suo confine.

La Corte penale internazionale sostiene poi che Israele stia “dirigendo intenzionalmente attacchi contro la popolazione civile”, un’altra accusa del tutto smentita dai fatti (come abbiamo visto poco sopra). “Israele ha fatto di più per prevenire le vittime civili in guerra di qualsiasi altro esercito nella storia“, ha dichiarato John Spencer, docente di guerra urbana a West Point, “stabilendo uno standard che sarà difficile e potenzialmente problematico da ripetere”. Se le nazioni non possono condurre guerre giuste, il male prevale, il che significa che la Corte penale internazionale sta favorendo deliberatamente la vittoria di Hamas, anche in considerazione del fatto che la CPI non ha mai indagato fisicamente sul posto, non ha suo personale sul posto e ha basato tutte le sue accuse sui numeri forniti da Hamas che, come abbiamo visto sopra, sono enormemente gonfiati.

Conclusioni:

è impossibile stabilire il numero delle vittime civili non combattenti. Nelle precedenti guerre abbiamo potuto constatare che il cosiddetto “Ministero della salute di Gaza” aveva sempre gonfiato (più che raddoppiato) i numeri. Per di più non si tiene conto delle vittime e delle distruzioni provocate dalle migliaia di razzi di Hamas difettosi e ricaduti sulla Striscia né degli scudi umani usati da Hamas. Non si fa nemmeno la distinzione tra civili non combattenti e combattenti, persino bambini soldato. È indicativo il fatto che nonostante Hamas abbia costruito centinaia di Km di tunnel non ne ha dedicato nemmeno un metro alla destinazione di rifugio per i civili. Tuttavia i media mondiali e persino la Corte Penale Internazionale si affidano completamente (direi anima e corpo) ai numeri forniti da Hamas quando basterebbe perdere un po’ di tempo per informarsi meglio. Siamo alla follia.

Franco Londei

Esperto di Diritti Umani, Diritto internazionale e cooperazione allo sviluppo. Per molti anni ha seguito gli italiani incarcerati o sequestrati all’estero. Fondatore di Rights Reporter

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