Da oltre una settimana nel nord della Siria si stanno verificando sporadici scontri tra milizie curde e insorti siriani. Ma oggi gli scontri si sono fatti intensi assumendo le sembianze di una vera e propria battaglia. Lo fanno sapere fonti curde in Iraq le quali parlano di “intensi scontri con decine di vittime”.
Solo ieri i rappresentanti dei ribelli siriani e quelli dei curdi si erano incontrati in Turchia per negoziare la fine degli scontri, seppur sporadici, visti negli ultimi giorni. L’accordo sembrava fatto e tutto faceva pensare che il capito fosse chiuso. Oggi l’improvviso e inaspettato infiammarsi della situazione. A far scattare la scintilla sarebbe stato un attacco dei ribelli siriani a un villaggio curdo nei pressi della frontiera con la Turchia.
I comitati di liberazione siriani, la parte politica dei ribelli anti-Assad, si sono affrettati a smentire che l’attacco fosse opera di loro uomini, ma ormai la frittata era fatta. Gli scontri si sono riaccesi in maniera violenta e stanno continuando anche in queste ore.
Va detto che una parte della comunità curda sarebbe fedele ad Assad in cambio di una relativa indipendenza del territorio del Kurdistan siriano. L’appoggio dato dalla Turchia ai ribelli siriani avrebbe accentuato le divisioni all’interno della comunità curda che vede in Ankara un nemico mortale. Tuttavia le trattative conclusesi ieri avevano aperto uno spiraglio per una “non ingerenza turca” negli affari curdo-siriani il che aveva portato a un compromesso tra ribelli siriani e comunità curde. Gli scontri di oggi vanificano tutto.
Ora il pericolo è che si apra pericolosamente un nuovo fronte nel Kurdistan siriano, un fronte che veramente potrebbe vedere un intervento turco. Il Kurdistan Siriano infatti da alcuni mesi si è autoproclamato indipendente e questo sta infiammando gli animi nel Kurdistan turco. Ankara non può permettersi che il Kurdistan si sollevi e per questo da mesi medita un intervento nel nord della Siria.
Gli scontri tra ribelli siriani e miliziani curdi nella ultima settimana hanno provocato la morte di almeno 160 persone, un numero nettamente inferiore a quello che avviene nel resto della Siria ma che comunque rende l’idea dello scontro in atto, uno scontro che a quanto pare si sta inasprendo.