Ieri pomeriggio due missili Grad sono stati sparati dal Sinai verso il sud di Israele. Lo Stato Islamico ha rivendicato il lancio dei missili attraverso un comunicato diffuso su Twitter dalla sedicente “Brigata Sceicco Omar Hadid” che ha affermato di aver lanciato tre missili verso “la Palestina occupata”, cioè verso Israele.
I missili in realtà sono stati due, almeno quelli caduti in territorio israeliano. Le sirene hanno suonato a Avshalom, Bnei Netsarim, Dekel, Yevul, Yated, Neve, Pri Gan, Sdei Avraham, Shlomit e Talmei Yosef, tutte località che si trovano al confine con l’Egitto. I due ordigni sono caduti in campo aperto senza provocare vittime o danni, ma l’atto è tutt’altro che simbolico. Infatti è la prima volta che un gruppo affiliato allo Stato Islamico rivendica un attacco diretto a Israele.
L’esercito israeliano per sicurezza ha ordinato la chiusura (momentanea) al traffico civile della Highway 12 mentre ha rafforzato ulteriormente la sua presenza lungo i confini con l’Egitto e con Gaza. Potenziato anche il sistema di difesa Iron Dome.
I servizi di sicurezza israeliani in collaborazione con quelli egiziani stanno cercando di capire il grado di coinvolgimento di Hamas, sia negli attacchi portati pochi giorni fa dallo Stato Islamico contro l’esercito egiziano nel Sinai che nel lancio di missili verso Israele. Tuttavia appare sempre più evidente il coinvolgimento diretto del gruppo terrorista palestinese con lo Stato Islamico.
Scritto da Sarah F.
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