Strage di Monaco: comunque sia andata è ISIS a beneficiarne

23 Luglio 2016

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Sulla strage di Monaco si è detto e scritto di tutto, si sta dicendo e scrivendo di tutto, l’unica cosa che sembra essere certa è che l’attentatore era un ragazzo tedesco di origine iraniana che ha agito da solo e che con una sola pistola ha ucciso nove persone, ne ha ferite 25 e poi si è suicidato. Ogni altra illazione è al momento in cui scriviamo è del tutto prematura.

Al di la di come sia veramente andata (saranno le indagini a stabilirlo) e su quali siano stati i motivi che hanno spinto il terrorista a compiere questa orribile mattanza, gli unici a beneficiare della strage di Monaco sono i terroristi del ISIS che fanno un ulteriore passo avanti nella trasformazione del continente europeo in un gigantesco teatro bellico dove gli attentati sono ormai all’ordine del giorno e dove ad essere colpiti sono i luoghi del nostro quotidiano, una festa, un treno, un centro commerciale, luoghi di vita comune che rappresentano il nostro modo di vivere, di muoverci o di passare il tempo libero. Hanno iniziato con i luoghi di vacanza all’estero, dall’Egitto alla Tunisia, e adesso hanno portato il terrorismo islamico direttamente a casa nostra.

Su tutto questo pesa incredibilmente l’incitamento a compiere attentati con ogni mezzo lanciato le scorse settimane dai vertici del ISIS ai tanti sostenitori in Europa, un metodo mutuato dai terroristi palestinesi che colpiscono Israele. E’ difficilissimo prevenire gli attentati improvvisati, quasi impossibile. Ma è possibile limitarne i danni con maggiore accortezza e con l’impiego di maggiori risorse per la sicurezza. Fino a poche settimane fa l’Europa guardava con distacco gli attacchi che avvenivano quasi quotidianamente in Israele, anzi, non perdeva occasione per denunciare la “risposta sproporzionata” della polizia israeliana nei confronti dei terroristi. Ora che si trova nella stessa situazione in cui da anni è costretto a vivere Israele si scopre impreparata ad affrontare questo tipo di terrorismo. Ieri è bastato un singolo uomo a bloccare per diverse ore una della maggiori città tedesche, un singolo terrorista per bloccare treni, metropolitane e il traffico in centro città che proprio nel venerdì sera raggiunge i suoi picchi con la gente che si riversa nei centri commerciali e nelle birrerie. E’ esattamente quello che voleva ISIS e che ha chiesto ai suoi militanti in Europa. Che poi il terrorista che ha compiuto la strage di Monaco fosse legato o meno al ISIS non fa differenza nel computo finale delle conseguenze, il risultato finale è quello che volevano i terroristi di Al-Baghdadi.

Negare l’evidenza aiuta i terroristi islamici

Continuare a negare l’evidenza, e cioè che l’Europa è sotto attacco del terrorismo islamico, aiuta i terroristi. Dopo la strage di Nizza i media e i politici europei hanno fatto a gara per minimizzare. Il terrorista islamico autore della strage è stato descritto come uno squilibrato, un depresso, un folle che improvvisamente ha deciso di calmare la sua follia prendendo un camion e mettendo sotto centinaia di persone invece di prendere un Prozac. Alla fine è venuto fuori che invece aveva premeditato con accuratezza l’attentato da almeno un anno e che era direttamente legato a ISIS. Questa assurda paura di puntare il dito sull’integralismo islamico per il timore di passare da islamofobi è esattamente ciò che si aspetta ISIS da noi europei. Questo timore di ammettere che il terrorismo islamico ha dichiarato guerra all’Europa e al suo modo di vivere, alla sua democrazia, non fa altro che fare il gioco di ISIS e a renderci ancora più vulnerabili. Non puoi combattere un nemico se non lo riconosci. Anche durante l’attentato di ieri i menestrelli delle TV hanno fatto a gara su chi trovava il metodo più creativo per non nominare il terrorismo islamico. Eppure nei tempi che viviamo dovrebbe essere la cosa più logica. Magari verrà fuori che l’attentatore di Monaco era veramente uno squilibrato che ha confuso una pistola con il Prozac e che il terrorismo islamico non c’entra nulla, ma vedere sui forum jihadisti i miliziani ISIS gioire per la strage di Monaco lega indissolubilmente questo massacro agli obiettivi dello Stato Islamico.

Abituarci a difenderci

E qui occorre veramente entrare in un campo che a noi europei è quasi sconosciuto, quello di abituarci a convivere con questa minaccia, almeno fino a quando non verrà debellata. Su questo l’esperienza israeliana può servire moltissimo. Il relativamente basso numero di vittime israeliane, se paragonato all’elevato numero degli attentati, ci dice che il sistema israeliano funziona. Intelligence abbinata a un sistema di difesa capillare permettono agli israeliani di limitare al massimo i rischi e le vittime attraverso una reazione pronta e decisa. Un sistema di dissuasione altrettanto deciso fa il resto. Prima o poi dovremo valutare l’ipotesi di “israelizzare” l’Europa, meglio prima che poi. Forse anche questo rientra negli obiettivi del califfato, ma è l’unica risposta sensata da dare all’ondata di attentati che sta colpendo l’Europa.

Scritto da Gabor H. Friedman

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