Mohammed Morsi ha scelto la tarda serata di ieri per apparire in TV e parlare agli egiziani. Lo ha fatto per ribadire con lungo discorso che non se ne andrà e che non c’è alternativa al suo Governo che lui definisce “l’unico legittimato della storia egiziana”.
I media indipendenti egiziani, quelli non ancora messi sotto il controllo della Fratellanza Musulmana, la chiamano già “la seconda rivoluzione egiziana”. Da questa notte centinaia di migliaia di persone stanno presidiando Piazza Tahrir e chiedono in massa le dimissioni di Mohammed Morsi.
Egitto sull’orlo di una nuova guerra civile. Per domenica prossima l’opposizione egiziana ha organizzato una enorme manifestazione per chiedere le dimissioni di Mohammed Morsi dopo che una iniziativa popolare ha raccolto ben 15 milioni di firme contro lo stesso Morsi e il regime islamico instaurato dalla Fratellanza Musulmana.
Il giornalista e analista egiziano, Gamal Essam El-Din, ha definito il referendum svoltosi in Egitto per l’approvazione della nuova Costituzione un “Déjà vu”, qualcosa che si è già visto in passato, un referendum “Mubarak style”.
Il nuovo Egitto di Mohammed Morsi e della Fratellanza Musulmana? Secondo alcuni è democratico, secondo altri è un regime islamico. Secondo la Procura di Kampala (Uganda) protegge dei criminali internazionali che sotto l’ombrello diplomatico compiono i più efferati reati, come la riduzione in schiavitù e il traffico di esseri umani.
Le forze di sicurezza egiziane hanno reso noto questa mattina che la scorsa settimana è stato sventato un attentato contro il Presidente egiziano, Mohammed Morsi. L’attentatore, di cui non si conosce né il nome né la nazionalità, doveva agire venerdì scorso durante la visita di Morsi ad Alessandria d’Egitto.