Nelle ore successive alla strage di poliziotti egiziani nel Sinai (i terroristi ne ammazzarono 16) i Fratelli Musulmani, di cui Mohammed Morsi è importante rappresentante, si affrettarono a dare la colpa al Mossad, un tempismo che ci sembrò francamente sospetto. Ora sappiamo perché.
Lungi da noi fare i complottisti del momento, quindi ricapitoliamo i fatti per spiegare meglio:
- Nella notte tra il 5 e 6 agosto un commando jihadista attacca alcuni posti di blocco egiziani uccidendo 16 poliziotti (egiziani) e impadronendosi di blindati militari con i quali si avviano verso Israele. Un blindato si farà esplodere al valico di Kerem Shalom, mentre l’altro sarà distrutto dall’aviazione israeliana quando già era entrato in Israele. Di quell’attentato viene incolpata la Jihad islamica che ha base a Gaza ma non dai Fratelli Musulmani egiziani che invece sostengono che fosse opera del Mossad allo scopo di “destabilizzare i buoni rapporti dell’Egitto con Hamas”. Pochi giorni dopo i servizi segreti militari egiziani identificano in tre importanti membri di Hamas (Ayman Nufal, Raad al-Attar e Muhammad abu Smala) i responsabili di quell’attentato smentendo di fatto i Fratelli musulmani. Subito ne chiedono la consegna ad Hamas che però si rifiuta di farlo. Anzi, i leader del gruppo terrorista arabo che tiene in ostaggio la Striscia di Gaza chiedono aiuto a Mohammed Morsi e alla Fratellanza Musulmana.
- Il 7 agosto l’esercito egiziano annuncia che inizierà a distruggere i tunnel che dall’Egitto portano a Gaza, tunnel usati dai terroristi per spostarsi nel Sinai e per far entrare armi nella Striscia di Gaza. E’ chiaro che l’esercito agisce fuori dagli ordini di Morsi e che cerchi giustamente di “punire Hamas” per l’uccisione dei 16 poliziotti egiziani.
- L’8 agosto arriva all’esercito l’ordine diretto di Mohammed Morsi di fermare la distruzione dei tunnel. Lo stesso giorno i militari egiziani attaccano gruppi di terroristi nel Sinai uccidendone a decine, il tutto senza l’approvazione di Morsi.
- 12 agosto, dopo diversi giorni di febbrili trattative con alcuni generali dell’esercito, ieri Morsi decide di destituire il Generale Tantawi, reo di aver attaccato i terroristi nel Sinai e di aver chiesto ad Hamas di consegnare i responsabili dell’uccisione dei 16 poliziotti. Come scusa, paradossalmente, prende quella che l’esercito non avrebbe fatto il proprio dovere nella caccia ai terroristi che hanno ucciso i 16 poliziotti quanto invece è stato proprio Morsi che si è opposto alla loro cattura.
Oggi, 13 agosto, rivedendo il susseguirsi degli eventi e consapevoli che Mohammed Morsi sia un estremista islamico che non guarda in faccia nessuno per ottenere i suoi obbiettivi, viene naturale pensare che ci sia lo stesso Morsi dietro agli attentati del Sinai e che abbia usato sapientemente quella strage di poliziotti egiziani per far fuori Tantawi e consegnare definitivamente l’Egitto nelle mani della Fratellanza Musulmana.
E se qualcuno è in grado di contestare con i fatti questa teoria si faccia avanti
Sarah F.