La questione di Gerusalemme torna prepotentemente alla ribalta a causa del disappunto espresso nei confronti delle dirigenze arabe dai pellegrini musulmani che in questi giorni sono alla Mecca. Secondo un articolo della Reuters (1) molti pellegrini avrebbero criticato la “debolezza” e la “disunità” delle dirigenze arabe sulla questione di Gerusalemme. «Se gli arabi fossero uniti gli americani non avrebbero mai riconosciuto Gerusalemme come capitale di Israele», sostengono molti pellegrini secondo la Reuters.
Per il mondo islamico il Diritto Internazionale ha valore solo nel caso in cui non confligga con i propri interessi. Quanto ciò avviene la legge islamica ne prende il posto e il Diritto Internazionale va a farsi benedire.
Vogliamo parlare di apartheid nei confronti dei palestinesi? Bene, andiamo a vedere come sono trattati nei Paesi arabi. La questione palestinese viene ancora una volta usata strumentalmente contro Israele e gli Stati Uniti e la decisione di Trump su Gerusalemme rompe come d’incanto questa tradizione, questa grande ipocrisia
L’occidente si guarda bene dall’andare contro i desiderata islamici. «E’ tutta colpa di Trump se i musulmani sono arrabbiati» dicono nelle cancellerie europee. Nessuno che guardi alla storia, nessuno che abbia il coraggio di reagire alle minacce islamiche contro l’unica democrazia in Medio Oriente e contro la più grande democrazia del mondo
Poteva il grande Ayatollah Ali Khamenei perdere una occasione come quella rappresentata dal tradizionale pellegrinaggio alla Mecca (Hajj) per attaccare il “nemico sionista” gli infedeli e chiedere al mondo musulmano di essere unito contro Israele e contro i “non credenti”?
Tutto il mondo musulmano si deve unire per eliminare il “cancro” chiamato Israele. A lanciare l’accorato appello è stato ieri il portavoce dell’ala militare di Hamas, Abu Obeida.